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“Io e il Governo ci aspettiamo da parte di Arcelor Mittal un Piano industriale che sia serio, che sia ambizioso e lungimirante e che non metta in discussione gli accordi presi il 4 marzo”. Così il ministro per lo Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, in un’informativa urgente alla Camera sull’ex Ilva e sulla situazione della siderurgia in Italia, sottolineando che ritiene “fondamentale l’ingresso dello Stato”. Il ministro M5s ha anche confermato che la società anglo-indiana si è impegnata a presentare un Piano entro 10 giorni: “Ieri Mittal ha fatto sapere che la rivisitazione del Piano industriale verrà presentata entro venerdì 5 giugno”.
“Dobbiamo intervenire come Paese ma soprattutto come Ue”, dice Patuanelli parlando di Mittal
Il piano dovrà prevedere il rifacimento integrale degli impianti. Nel dettaglio, ha spiegato Patuanelli, “l’Afo5 deve essere rinnovato, dovrà esserci una forte decarbonizzazione con la presenza di forni elettrici. Il Governo dovrà monitorare sulla sostenibilità finanziaria del piano stesso. Il costo dell’energia è un problema serio e bisognerà creare le condizioni affinché sia sostenibile”. Dal momento che sarà “molto difficile trovare un equilibrio tra competitività dello stabilimento, prezzo acciaio finale, tutela ambientale e sicurezza dei lavoratori”, Patuanelli ha definito un “passaggio obbligato” quello che vede il Governo “accompagnare, almeno parzialmente, l’impresa privata, il player industriale privato, con interventi di Stato a tutela della sicurezza dell’ambiente”.
“La produzione nazionale di acciaio del mese di marzo è diminuita del 40% su base annua registrando una caduta nettamente maggiore rispetto a quella dei competitor europei”, ha detto il ministro Patuanelli alla Camera sottolineando che nello stesso periodo la produzione della Germania è diminuita del 21%, della Francia del 13% e della Spagna del 15%. La produzione mondiale di acciaio ha segnato una flessione del 6%. Bisogna quindi intervenire a “sostegno della siderurgia italiana e del mercato dell’acciaio in tutta la sua filiera”, ha detto, evocando “sistemi di protezione commerciale” per contrastare il “dumping” di paesi asiatici, ma anche della Turchia. Per “questa protezione commerciale dobbiamo intervenire come Paese ma soprattutto su base europea”. Per quanto riguarda lo scudo penale, Patuanelli ha affermato che “non era un ostacolo all’investimento di ArcelorMittal nell’ex Ilva” e che “non c’entrava nulla con la volontà di Mittal di recedere in quel momento dal contratto. Oggi”, ha aggiunto, “uno scudo non c’è, l’impianto continua a essere gestito, a produrre seppur limitatamente senza che questo sia diventato un ostacolo”.