Ex Ilva, cauto ottimismo dopo incontro sindacati-Giorgetti al Mise

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Il futuro dell’ex Ilva di Taranto resta un’incognita, ma un pallido ottimismo inizia a farsi strada dopo mesi difficili. Quella di venerdì, per ArcelorMittal da una parte e per i lavoratori dell’acciaieria dall’altra, è stata una giornata importante per quel che riguarda le progettualità future e la direzione che prenderà l’azienda. Molte domande restano, ma per i sindacati la strada inizia ad essere quella giusta.

La sentenza del Consiglio di Stato e l’incontro al Mise

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Nel giorno in cui la Quarta Sezione del Consiglio di Stato ha respinto la richiesta di sospensiva presentata da ArcelorMittal contro la sentenza del Tar di Lecce che impone all’ex Ilva di spegnere gli impianti dell’area a caldo entro il 14 aprile, ottemperando così all’ordinanza del sindaco di Taranto Rinaldo Melucci, i sindacati hanno discusso con il nuovo ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, in un incontro cui ha presenziato anche il ministro del Lavoro Andrea Orlando.

Dopo l’incontro tra i sindacati e il ministro dello sviluppo economico, anche i vertici dell’azienda hanno avuto l’opportunità di conoscere Giorgetti. A sorpresa, infatti, è intervenuta l’amministratrice delegata di ArcelorMittal, Lucia Morselli. La donna ha appena lasciato il mise senza rilasciare dichiarazioni

Bombardieri (Uil): “Incontro al Mise positivo per futuro ex Ilva”

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“Giudizio positivo sull’incontro, finalmente si è ripreso a parlare di crisi industriale”. Così Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil, a margine dell’incontro tra governo e sindacati al Mise sul futuro dell’ex Ilva di Taranto.

“Nel merito dell’incontro i ministri Giorgetti e Orlando ci hanno assicurato che convocheranno Invitalia – ha aggiunto Bombardieri –, chiameranno Mittal, richiamandoli agli accordi che sono stati preparati e coinvolgendo anche le organizzazioni sindacali. Abbiamo ribadito che su l’ex Ilva è necessario che il governo scelga gli asset strategici anche alla luce del Recovery plan“.

Landini (Cgil): “Il governo ha preso impegni diretti”

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A confermare l’ottimismo di Bombardieri è Maurizio Landini, segraterio generale della Cgil: “Il governo ha preso impegni diretti: ulteriore integrazione per lavoratori in CIG e rapporto diretto con Invitalia affinché si rispettino tutti gli accordi sottoscritti. Hanno dichiarato inoltre che considerano strategico il settore dell’acciaio”.

“Ora richiediamo un confronto con i sindacati sugli accordi tra governo e Mittal per garantire la qualità del lavoro. Per esprimere un giudizio positivo complessivo aspettiamo prossimi incontri” ha poi aggiunto Landini.

Furlan (Cisl): “Per governo acciaio è strategico”

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Il governo ritiene strategica e importante la produzione dell’acciaio nel nostro Paese. È stato un incontro positivo. Riconfermato l’ingresso di Invitalia e gli investimenti. Lo sblocco dei licenziamenti sarebbe un dramma“. Queste sono state invece le parole di Annamaria Furlan (Cisl), a margine dell’incontro tra governo e sindacati al Mise per discutere del futuro dell’ex Ilva.

Ex Ilva, Benaglia (Fim-Cisl): “Lo Stato chiarisca il suo ruolo nella nuova società”

“L’obiettivo di questo incontro, per il quale ringraziamo il ministro Giorgetti, è quello di ricostruire la vicenda ArcelorMittal per quanto riguarda Taranto – aveva dichiarato prima del meeting Roberto Benaglia, rappresentante della sigla Fim-Cisl -. Siamo pronti per un accordo sindacale ma abbiamo bisogno di capire come vuole procedere il nuovo governo. Soprattutto in base all’ingresso di Invitalia, cioè dello Stato, nella società. Puntiamo a un piano di investimenti, di rilancio e di riconversione ecologica della struttura, ma il nuovo governo deve dirci in cosa lo Stato vuole investire. Il nuovo accordo deve puntare alla sostenibilità, partendo però dalle persone che lavorano”.

Palombella (Uilm): “Magistratura non ci preoccupa quanto l’immobilismo del governo”

Rocco Palombella, segretario generale Uilm, aveva poi aggiunto, sempre prima dell’incontro, manifestando i timori dei lavoratori: “Non ci preoccupano le sentenze della magistratura, ma del governo. Dopo gli accordi presi e le intese promosse è di nuovo tutto fermo. Un primo accordo c’è stato a marzo, poi un altro a dicembre. Nel momento in cui le cose restano ferme la discussione non ci riguarda più direttamente”.

“Si parla allora di magistratura, ma questa persegue un reato. Noi non possiamo essere preoccupati se la magistratura fa il suo lavoro, ma se il governo continua a restare fermo, non dando seguito alla nuova società – ha spiegato Palombella –. Così si complica tutto. Questa condizione che si è andata a creare è figlia dell’immobilismo. Bisogna fare in modo che quell’assetto raggiunto, da noi considerato inadeguato nella tempistica e nel merito perché rinvia di cinque anni l’inserimento di impianti green, sia discusso attorno a un tavolo”.

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