Un altro traguardo è stato tagliato nella battaglia per la legalizzazione dell’eutanasia in Italia. Oltre 500 mila persone hanno aderito alla raccolta firme #ReferenfumEutanasiaLegale! per l’abrogazione dell’articolo 579 del codice penale. Lo annuncia l’Associazione Luca Coscioni, che da anni si batte per portare sul tavolo di governo una discussione concreta sul tema. Oltre a informare e sensibilizzare l’opinione pubblica, con il fine di riconoscere la piena libertà di autodeterminazione anche alla persona malata.
“Siamo felici di poter comunicare che ad oggi sono più di 500.000 le persone che hanno firmato il referendum per la legalizzazione dell’eutanasia, stando alle cifre comunicate al Comitato promotore da parte dei gruppi di raccolta firme ai tavoli (430.000 firme), alle quali si aggiungono oltre 70.000 firme raccolte online e un numero ancora imprecisato di firme raccolte nei Comuni”, fanno sapere i promotori della raccolta.
Eutanasia legale: che cosa chiede il referendum
“Andiamo avanti, verso le 750 mila firme“, si legge nel post su Twitter, attraverso il quale l’Associazione Luca Coscioni ha annunciato il raggiungimento del primo traguardo per indire il referendum. Protagonista della battaglia per la legalizzazione dell’eutanasia è l’abrogazione dell’articolo 579 del codice penale, che punisce l’omicidio per consenziente e vieta l’eutanasia “attiva” sul modello belga e olandese, quindi la somministrazione diretta di un farmaco letale al paziente che ne fa richiesta e soddisfa determinati requisiti.
Il quesito referendario lascia intatte le tutele per le persone vulnerabili, i minori di 18 anni, le persone che non sono in grado di intendere e volere, quelle il cui consenso è stato estorto. “In questo modo si possono abbattere le discriminazioni oggi esistenti, consentendo la possibilità di scegliere un fine vita consapevole, controllato e sereno, anche alle persone malate che necessitano di un aiuto esterno per porre fine alle proprie sofferenze“, si legge nel testo della petizione.
Raggiungere 750 mila firme entro il 30 settembre
Migliaia di volontari e volontarie sono impegnati da mesi nella raccolta firme presso i tavoli allestiti nella piazze di tutta Italia, oltre a diffondere la petizione online. Ma il raggiungimento delle 500.000 firme è soltanto il primo passo: adesso l’obiettivo è raccogliere almeno 750 mila firme entro il 30 settembre. Il motivo? Mettere in sicurezza il risultato “da ogni possibilità di errori nella raccolta, ritardi della Pubblica amministrazione e difficoltà nelle operazioni di rientro dei moduli“, precisano dall’Associazione Luca Coscioni. Attualmente, “le firme fisicamente già rientrate al Comitato sono 99.000 delle quali 48.000 già certificate e pronte per la consegna“, comunicano i promotori della raccolta firme.
“Il referendum è uno strumento legislativo per realizzare riforme con effetto vincolante“, spiegano i promotori. In quanto tale, non funge da semplice stimolo al Parlamento per legiferare, né tantomeno può essere “un alibi per il Governo e le Regioni per continuare a violare impunemente la legge”. L’intento, secondo l’Associazione Luca Coscioni, è quello di continuare “ad agire al fianco di persone malate che si vedono conculcata con la violenza la propria libertà di decidere sul fine vita”.