La premier: “Votatemi scrivendo il mio nome, Giorgia, come mi chiamano tutti quelli che mi avvicinano, sono una del popolo”
Giorgia Meloni durante l’intervento di chiusura della conferenza programmatica di Fratelli d’Italia a Pescara ha annunciato la sua candidatura alle elezioni europee. “Ho deciso di scendere in campo per guidare le liste di Fratelli d’Italia in tutte le circoscrizioni elettorali, se sopravvivo“, ha dichiarato. “Non toglierò un solo minuto all’attività di governo per fare campagna elettorale: il mio compito è risolvere i problemi della Nazione e questo intendo farlo anche in campagna elettorale. Confido che il partito farà del suo meglio per darmi una mano“.
“Sono pronta, come sempre a fare la mia parte”, ha detto con orgoglio la premier che ha anche chiesto agli elettori di scrivere sulla scheda il suo nome di battesimo: “Votatemi scrivendo il mio nome, Giorgia, come mi chiamano tutti quelli che mi avvicinano“. “Sono una del popolo. Sono fiera che la maggior parte dei cittadini che si rivolge a me mi chiami Giorgia. Io sono stata derisa per anni per le mie radici popolari, mi hanno chiamata pesciarola, borgatara, perché loro sono colti, ma io sono fiera di essere una persona del popolo. Se volete dirmi che ancora credete in me scrivete sulla scheda Giorgia, perché io sono e sarò sempre una di voi. Il potere non mi cambierà, il palazzo non mi isolerà. Ho bisogno di sapere ancora una volta che ne vale la pena“, ha spiegato.
“Sarò sempre una persona a cui dare del tu, senza formalismi e senza distanza, perché questo ruolo difficilissimo non mi cambierà, il potere non mi imbriglierà e il palazzo non mi isolerà“, ha ribadito.
La presidente del Consiglio ha affermato: “Vogliamo mandare la sinistra all’opposizione anche in Europa, come in Italia. Quando diciamo mai con la sinistra non è uno slogan a seconda delle convenienze, come altri hanno fatto, ma della nostra identità. Non ci sono mezze misure, prendere o lasciare“. “Non possiamo rimanere in silenzio di fronte a chi, nelle nostre scuole e nelle nostre Università, insegna l’odio verso la nostra civiltà. Non accettiamo lezioni da chi invoca la chiusura delle scuole per il Ramadan mentre chiedeva di togliere il crocifisso dalle scuole“, ha aggiunto.
Non c’è una norma che vieti la possibilità di farsi nominare sulla scheda elettorale con il nome di battesimo, tuttavia qualcuno la definisce una scelta molto discutibile e una forzatura della legge elettorale. Per la legge non esiste alcuna restrizione e secondo il principio del “favor voti” la validità del voto contenuto nella scheda deve essere ammessa ogni volta sia possibile dedurre la volontà dell’elettore. Lollobrigida ha spiegato che non si rischiano problemi di annullamento della scheda: “È una possibilità garantita dalla legge italiana“, ha chiarito il ministro dell’Agricoltura. “C’è la possibilità nelle elezioni di ogni tipo di dare all’elettore la scelta se mettere il nome per esteso oppure semplificarlo quando è chiarito in fase di presentazione di candidatura come è sostituibile il nome. Accade in tutte le elezioni, quindi ci sarà scritto ‘Giorgia Meloni detta Giorgia’. È una possibilità che la norma dà proprio per semplificare il concetto“.
Questa formula è stata già utilizzata in passato. Pensiamo ad esempio a Marco Rossi detto “Marco” o Marco Pannella sulla scheda elettorale “Giacinto Pannella detto Marco” e ancora il sindaco di Milano “Giuseppe Sala detto Beppe“.
La segretaria del Pd Schlein dopo l’intervento del premier a Pescara: “Meloni ha perso contatto con la realtà. Un’ora di discorso senza nemmeno nominare la sanità pubblica e le infinite liste d’attesa che si allungano per i suoi tagli. Senza nemmeno citare i salari bassi, la precarietà, la sicurezza sul lavoro di fronte a 1041 morti nel 2023. Giorgia Meloni è nel Paese delle meraviglie, seppellisce i problemi sotto un fiume di retorica. ‘L’Italia è cambiata’, dice lei. Purtroppo sì, ma in peggio, basta chiederlo alle persone, basta stare in mezzo alla gente. Il problema è che il presidente del Consiglio si divide tra palazzo Chigi e la propaganda di TeleMeloni, ha perso il contatto con la realtà“.
Nicola Fratoianni dell’Alleanza Verdi Sinistra ha scritto sui social: “La solita pappardella. O la solita Meloni, che sta al governo da un anno e mezzo ma ripete il copione pari pari come quando era all’opposizione. Più che a un comizio sembrava di assistere al tiro al piccione, visto che Meloni ha attaccato i burocrati (e fino a qua passi pure), gli ambientalisti, i pacifisti, la sinistra brutta sporca e cattiva, fino ad arrivare a Report, Ranucci e i giornalisti Rai, colpevoli di fare il proprio lavoro di ricerca della verità anche su capi di Stato esteri. Non è riuscita a dare mezza risposta agli italiani”.
Giuseppe Conte ha detto: “Con Giorgia L’Italia cambia l’Europa’: per una volta la premier ha ragione. Le abbiamo lasciato un’Italia che riportava a casa 209 miliardi del Pnrr per infrastrutture, investimenti, sanità. Nemmeno il tempo di arrivare a Bruxelles da premier, ha dato l’ok a un accordo con tagli da 13 miliardi l’anno che colpiranno le tasche degli italiani, i servizi, la sanità, le scuole con un’onda di austerità. Da ‘patriota’ a Re Mida al contrario: quel che tocca distrugge. Fermiamola“.
Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, ha commentato: “Il duo sciagura dell’opposizione, ovvero Schlein e Conte, sente avvicinarsi il momento di un’altra sconfitta e anziché chiedersi perché gli elettori guardano al centrodestra, attaccano Giorgia Meloni. È pur vero che del loro sproloquiare nessuno sa cosa farsene, tanto meno gli Italiani, ma un po’ di buon gusto non guasterebbe. Se non altro perché è stato il governo giallo-rosso a creare una voragine nei conti pubblici, con reddito di cittadinanza e Superbonus. In ogni caso, il duo sciagura continui pure a fare il peggio di se stesso: a dare il meglio ci penseremo noi, cambiando colore all’Europa dei burocrati e delle follie ambientaliste“.
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