“Il nostro appello è per includere e non per escludere, e io sono pronto a incontrare tutte le anime della possibile coalizione. Anche Calenda e Della Vedova. Ma no ai veti personali“. Così, in sintesi, Enrico Letta all’incontro con i sindaci Pd. Una presa di posizione che non chiarisce gli equilibri tra le varie forze del centrosinistra in vista delle elezioni.
Al termine della segreteria coordinata proprio da Letta, il Pd ha anche prodotto un appello in piena regola. “In queste ore si stanno determinando decisioni fondamentali per la definizione dell’alleanza che sfiderà la destra sovranista alle prossime elezioni politiche. A nessuno sfugge che la posta in palio è altissima, per i destini del nostro Paese e dell’Europa. Per questo il Partito Democratico fa appello a tutte le forze politiche con cui, dopo le dimissioni del governo Draghi, si è lavorato per fare nascere un campo di forze democratiche e civiche. Si proceda, senza veti reciproci, a costruire un’alleanza che prosegua nel forte impegno europeista che l’esecutivo guidato da Draghi ha saputo interpretare“, si legge
Carlo Calenda, leader di Azione, intervistato dal Corriere della sera, aveva rilanciato in mattinata la palla sulle alleanze al Pd. “Siamo molto delusi dalla discussione con il Partito Democratico. Abbiamo iniziato un percorso con Enrico Letta che parlava di agenda Draghi. Oggi quell’agenda è totalmente sparita. Abbiamo presentato un documento preciso su come intendiamo governare il Paese. Non abbiamo avuto alcuna risposta”.
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Non solo. L’ex ministro dello Sviluppo Economico lamenta anche il fatto che entrino “nella coalizione persone che rappresentano il contrario di quello che dovremmo fare”. Un esempio? “Letta, invece di far entrare Marco Bentivogli, fa entrare Federico D’Incà che non ha votato la fiducia. Come si fa? Questa coalizione sta diventando una roba improponibile: ci facciamo ridere dietro. Non vinceremo mai così. Abbiamo scritto una lettera che stiamo per inviargli dopo avergli detto 70 volte a voce quali erano le nostre condizioni. Ma Letta sparisce. Ci sta portando avanti da una settimana”.
Ora, quindi, per Calenda “la palla è nel campo del Pd e così la responsabilità di ciò che deciderà di fare. Il segretario dem deve darci una risposta presto”. Concludendo, il leader di Azione afferma: “non crediamo e non abbiamo mai creduto alla forza delle coalizioni contro”, “appelli generici al voto utile non funzioneranno perché i cittadini non ne possono più del trasformismo e della retorica. In questa legislatura tutti si sono alleati con tutti. E noi non vogliamo avere nulla a che fare con chi ha fatto cadere l’italiano più illustre nel mondo”.
Tuttavia è proprio un appello accorato a Carlo Calenda e “a tutti coloro che in queste ore hanno dubbi sul fatto di creare una larga, importante e convinta alleanza che sia in grado di battere le destre” quello che rivolge segretario del Pd, Enrico Letta, a margine della Festa dell’Unità a Casalgrande (Reggio Emilia). “Io penso che un terzo polo in questo momento sia il modo migliore per aiutare le destre. Credo che le destre non abbiano bisogno di ulteriori aiuti”. Insomma: “In questo momento stiamo mettendo tutto il nostro impegno per convincere tutti quelli che vogliono e possono far parte della nostra alleanza di esserci, non mettiamo veti, abbiamo un atteggiamento costruttivo. Costruire un terzo polo oggi vuol dire semplicemente aiutare le destre e io vorrei che si evitasse”, ha aggiunto Letta.
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