Le elezioni del Quirinale, viste dall’estero

A una settimana dall’elezione al Quirinale del nuovo presidente della Repubblica gli unici nomi a fare notizia sono ancora Mario Draghi e Silvio Berlusconi. Diversi giornali stranieri temono che con la salita al Colle dell’attuale premier l’Italia rischierebbe di ricadere nell’instabilità economica, politica e sociale. D’altra parte, se fosse Berlusconi a diventare presidente le cose andrebbero ancora peggio.

Mentre l’ipotesi di un Mario Draghi al Colle è stata molto trattata dai media stranieri, la nomina del cavaliere plurindagato è passata, in un certo modo, sottobanco. Un po’ perché la nomina di Berlusconi è stata ufficializzata appena pochi giorni fa, benché la coalizione di cdx non parlasse di altro da mesi. Un po’ perché all’estero, ma anche in Italia, l’idea di una figura come il Cavaliere capo della Repubblica sembrava fin troppo assurda per essere presa sul serio.

Perché le elezioni del Quirinale sono importanti

In una democrazia parlamentare come l’Italia, la scelta di un capo di Stato, da un certo punto di vista, potrebbe essere considerata una mera formalità. Niente di più sbagliato, sostiene Le Monde. “Tutti sanno che, al di là di queste elezioni, è in gioco la sopravvivenza dell’attuale coalizione di governo”.

Sebbene il primo personaggio dello Stato sia anzitutto investito di un ruolo di rappresentanza, i messaggi che rivolge alle Camere hanno un peso non indifferente. Soprattutto, in situazioni di crisi, che, come sottolinea il quotidiano francese, non sono rare in Italia. È infatti il ​​presidente che guida le consultazioni in vista della formazione del governo, scandendo i tempi secondo necessità.
La nomina del nuovo capo dello Stato non riguarda solo il Bel Paese ma tutta l’Europa, conferma Le Figaro. Soprattutto se dovesse risultare vincitore un candidato fortemente voluto dalla coalizione di cdx, da tempo apertamente anti europeista.

La nomina di Silvio Berlusconi: finzione o (tragica) realtà?

Che Berlusconi rappresenti una figura divisiva, dal punto di vista politico, è indubbio. E, come sottolinea il Wall Street Journal, avere un presidente con il bagaglio legale di Berlusconi, sarebbe senza precedenti. Eppure, Berlusconi ha fatto del ritorno politico una forma d’arte. E ora sta cercando di realizzarne una che a prima vista sembra impossibile.

Per il quotidiano spagnolo El Paìs Silvio Berlusconi minaccia di diventare “agente del caos” se i suoi sogni di presidenza non verranno esauditi. A 85 anni, continua il quotidiano, “nessuno ha il coraggio di dirgli che la sua non è una buona idea”. Eppure l’età non è davvero un problema per Silvio e per l’Italia dove la classe politica non grida certo gioventù.

Su una cosa però sono tutti abbastanza d’accordo. Per vincere, Berlusconi deve riuscire a superare i primi tre turni di votazioni. Un candidato vincente deve infatti assicurarsi i due terzi dei voti. Ma se nessuno raggiunge quell’obiettivo nei primi tre turni, la barra viene abbassata al 50% dei voti più uno. Con la matematica ( e ancora 60 voti) a rendere le cose difficili, alcuni analisti ritengono che Berlusconi stia semplicemente sperando di arrivare indenne al quarto turno, sperando magari di veder avverata la sua strategia delle schede segnate. E solo allora, sarà nella posizione di “agire come un re”.

 

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