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Il Pd uscito sconfitto dalle ultime elezioni, che hanno consegnato la maggioranza del governo al centrodestra. Il partito ha però ottenuto dei voti in linea con quelli del 2018, che confermano il suo ruolo come seconda forza politica in Italia. “Faremo un’opposizione dura e intransigente. L’abbiamo già fatta in passato e la rifaremo“, ha dichiarato Enrico Letta, il leader del Pd, in conferenza stampa alla Nazzareno. “Uno dei limiti profondi del presentarci agli italiani in questa campagna elettorale è stato il fatto che negli ultimi dieci anni, tranne la parentesi del Conte 1, siamo stati in un modo o nell’altro al governo: questo è stato un fortissimo limite. Il Pd non permetterà che l’Italia esca dal cuore dell’Europa, che si stacchi dai valori europei e che si stacchi dai valori costituenti della Costituzione“, ha aggiunto.
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“Nei prossimi giorni riuniremo gli organi di partito, prenderemo le decisioni per accelerare il percorso verso un Congresso che sia di profonda riflessione, su cosa è il Pd e cosa vuole essere un nuovo Pd, che sia all’altezza di questa sfida epocale, di fronte a una destra che più destra non c’è mai stata e che ha un mandato forte a governare per i prossimi anni“, ha poi spiegato Letta. “Assicurerò per spirito di servizio la guida del Pd nelle prossime settimane in vista del Congresso al quale non mi presenterò come candidato. Credo che a una nuova generazione spetti il compito di rilanciare un nuovo Pd nell’interesse dell’Italia e dell’Europa“.
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Letta ha poi puntato il dito contro il Movimento 5 Stelle. “Se siamo arrivati al governo Meloni è per via del fatto che Giuseppe Conte ha fatto cadere il governo Draghi. C’è stato da parte di alcune forze politiche hanno lavorato contro di noi, a sostituirci e metterci da parte, ma non ci sono riusciti. Oggi il Pd, pur in un risultato insoddisfacente, è il secondo partito del Paese, è il secondo gruppo parlamentare e la prima forza di opposizione nel Parlamento e nel Paese“.
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Il segretario del Pd ha pure parlato di Carlo Calenda, il leader di Azione. “I numeri dimostrano che l’unico modo per battere questa destra era fare il campo largo, che non è stato possibile non per nostra responsabilità, ma perché si sono sfilati alcuni interlocutori. Altri sono stati con noi e io voglio ringraziarli. Sono rimasto particolarmente amareggiato dal risultato del collegio senatoriale di Emma Bonino che ha confermato esattamente la dinamica del ‘fuoco amico’. La candidatura di Calenda in quel collegio ha finito per aiutare l’elezione della candidata di destra“, ha osservato Letta.
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Letta ha poi auspicato una nascita rapida del governo Meloni. “Ho la fortuna di avere una certa esperienza, quindi so benissimo che le sconfitte sono sempre molto solitarie, sono in coscienza convinto di aver fatto quello che era giusto fare. Spero che il governo Meloni nasca nei tempi più rapidi possibili, c’è una legge di bilancio da fare. Io penso che per contrastare questa destra sia molto importante che si riprendano le fila di relazioni che consentano di fare un’opposizione efficace. Sarebbe l’ultimo regalo da fare alla destra se le opposizioni andassero in ordine sparso“.
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“Questa legislatura sarà la più a destra della storia d’Italia e questo è un rammarico profondo, personale, ma anche uno stimolo forte a continuare a lottare perché questo risultato elettorale non sposti l’Italia da dove stare: nel cuore dell’Europa e nel cuore dei valori della nostra Costituzione repubblicana“, ha aggiunto Letta. “Ci aspettano giorni duri, l’opposizione del Pd sarà istituzionale, ma quello che ci divide dalla destra che oggi ha vinto è tanto. Gli elettori italiani hanno fatto un’altra scelta, del tutto consapevole, che io rispetto. Però penso che su tanti temi esista una forte alternatività nostra nei confronti di questa destra. Mi ha molto preoccupato che c’è un grande entusiasmo nell’Europa sovranista. Questo dato di oggi sposta gli equilibri europei verso una direzione che non è positiva“, ha concluso.
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