Ci siamo. Il momento della verità è arrivato: lunedì 18 ottobre, poco dopo le ore 15, conosceremo i vincitori del ballottaggio delle elezioni Comunali. Chi saranno i sindaci di Roma, Torino e Trieste?
Partiamo innanzitutto dai dati del primo turno. Nella Capitale il candidato del centrodestra, Enrico Michetti, aveva chiuso al 30,14%; poco dietro di lui si era posizionato Roberto Gualtieri del centrosinistra, col 27,03%. Qualcuno potrebbe sostenere, quindi, che al secondo turno Michetti parta leggermente da favorito, visto il margine di tre punti percentuali. Ma non è esattamente così. Come ci insegnano, infatti, tutti i maggiori analisti del voto, i ballottaggi delle Comunali sono sempre un’altra partita rispetto al primo turno. Non si parte in questo caso, dunque, dal 30-27 di Michetti contro Gualtieri, ma dallo 0-0. Tutti i voti conquistati due settimane fa dovranno essere riconfermati. E non sarà infatti scontato; stante anche la già scarsa affluenza verificata il 3 e il 4 ottobre. Senza contare che (quasi) inevitabilmente il numero di persone che si recheranno alle urne in questi ballottaggi sarà inferiore al primo turno.
L’obiettivo di Gualtieri sarà quello di conquistare i voti di Azione e dei 5 Stelle. Gli endorsment di Carlo Calenda e di Giuseppe Conte potrebbero tirare la volata all’ex ministro dell’Economia. Ma occhio ai militanti del Movimento 5 Stelle che avevano sostenuto Virginia Raggi e che ora non condividono il sostegno alla coalizione di centrosinistra. Nonché a quella fetta di elettori del centrodestra che aveva contribuitp all’ottimo risultato di Azione. In ogni caso, la scelta sul nuovo sindaco di Roma influenzerà anche sulla composizione della nuova Aula Giulio Cesare in Campidoglio e determinerà i nomi dei nuovi consiglieri. Come ricorda l’agenzia Dire, chi vincerà avrà al suo fianco una maggioranza molto ampia (60%): ovvero 29 consiglieri su 48 che vengono ripartiti tra le liste appartenenti alla coalizione.
Il dato definitivo del primo turno a Torino vedeva il candidato del centrosinistra, Stefano Lo Russo. in vantaggio col 43,86%; mentre Paolo Damilano, del centrodestra, segue col 38,9%. A parte gli ultimi cinque anni, governati da Chiara Appendino dei 5 Stelle, il capoluogo piemontese è sempre stato amministrato dalla sinistra. E quindi il maggior radicamento sul territorio potrebbe favorire Lo Russo. Tuttavia, non sarà da sottovalutare l’eventuale voglia di cambiamento da parte dei cittadini. Da quando il sindaco viene eletto direttamente (1993) il centrodestra, che spera in una buona affluenza per potersi giocare a pieno tutte le sue carte, non ha mai toccato palla. E nella storia c’è sempre una prima volta.
Discorso molto simile si può fare a Trieste. Nel capoluogo del Friuli Venezia-Giulia i due candidati che si contendono il titolo di primo cittadino sono Roberto Dipiazza (centrodestra), primo cittadino uscente, e Francesco Russo (centrosinistra). Alla tornata del 3 e 4 ottobre avevano preso rispettivamente il 46,9% e il 31,6% dei voti. Per Dipiazza, che parte nettamente con i favori dei pronostici, sarebbe il quarto mandato in città. Ce la farà il Partito Democratico a ribaltare completamente le quote dei bookmakers? L’area di malessere sociale che sta imperversando proprio in queste ora nella zona portuale di Trieste sul Green pass potrebbe anche incidere (e non poco) al ballottaggio delle Comunali.
Ricordiamo infine, che gli altri capoluoghi di Provincia che andranno al ballottaggio in queste elezioni Comunali Savona, Benevento, Caserta, Latina, Varese, Cosenza, Isernia.
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