Dopo i non entusiasmanti risultati alle elezioni amministrative, il centrodestra manifesta i primi segnali di tensione al suo interno. Lo dimostrano le differenti strade prese dai tre principali partiti della coalizione – Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia – su diversi temi ad appena 24 ore dallo spoglio delle comunali.
È notizia di oggi, infatti, che i ministri del Carroccio hanno disertato il Consiglio dei ministri convocato dal premier Mario Draghi per discutere la delega fiscale. Alcune avvisaglie sono arrivate già nel corso del pomeriggio, quando il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, ha lasciato la Cabina di regia chiedendo tempo per ulteriori approfondimenti.
A conferma dello strappo fra la Lega e il Governo (e dunque anche Forza Italia, che ne fa parte) troviamo anche le parole di Massimo Bitonci, capogruppo del Carroccio in Commissione Bilancio alla Camera. Riunione che Bitonci ha abbandonato con polemica: “Per noi la riforma del catasto in questo modo non va bene”. Il colpo di scena non ha però interrotto i lavori dell’esecutivo, che ha comunque approvato il Ddl sul Fisco.
In conferenza stampa, poi, Draghi ha detto che l’assenza della Lega in Cdm “la spiegherà l’onorevole Salvini oggi o domani. Ma gli scambi avvenuti in Cabina regia e nelle conversazioni avevano dato sufficienti elementi per valutare la legge delega”. “La delega fiscale – ha replicato Matteo Salvini – non è l’oroscopo, non va bene conoscerla mezz’ora prima del Consiglio dei ministri. Non c’era quanto previsto dagli accordi”.
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Un altro segnale di divergenza fra i leader della coalizione di Cdx sono le parole di Giorgia Meloni, presidente di Fdi, e la presa di distanze di Fi. Meloni, commentando l’esito delle elezioni in conferenza stampa a Roma, ha infatti dichiarato che “il centrodestra è d’accordo sul fatto che Mario Draghi potrebbe essere un buon Presidente della Repubblica e che in quel caso si potrebbe tornare a votare subito”.
Subito, però, è arrivata la presa di distanze degli azzurri. L’Ansa, citando fonti interne al partito, ha infatti scritto che per il partito di Silvio Berlusconi non ci sarebbe alcun accordo interno al centrodestra sull’ipotesi che Draghi diventi il prossimo Capo dello Stato. Berlusconi, peraltro, di recente ha ribadito – in un’intervista a Il Mattino – che Draghi dovrebbe restare alla guida del Governo fino al 2023.
Ma i primi indizi sulle divisioni interne risalgono già alla giornata di ieri, subito dopo lo spoglio. Quando cioè il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha fatto autocritica sull’esito del voto, estendendola – neanche troppo velatamente – ai colleghi di Fdi e Fi.
Autocritica ribadita oggi su Facebook: “Una riflessione, senza inventarsi scuse: se la metà dei cittadini sceglie di non votare non è certo colpa loro, è solo colpa nostra. Dei nostri errori, litigi e ritardi: che mi serva e ci serva di lezione”, ha concluso.
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