Draghi, il Senato accorda la fiducia
al governo: 262 sì e 40 no

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Il primo, fondamentale passo parlamentare per dare ufficialmente il via al nuovo esecutivo è stato fatto. Il Senato ha infatti accordato la fiducia al governo Draghi con 262 voti a favore, 40 contrari e due astenuti. Tra i no, 19 sono quelli annunciati di Fratelli d’Italia, mentre 15 arrivano dal Movimento 5 Stelle. Ieri il Premier incaricato aveva presentato i punti del suo programma.

Draghi e l’agenda del Governo tra Recovery Plan e turismo

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E nel suo discorso da Palazzo Madama, il presidente del Consiglio è tornato a parlare a chiare lettere di uno dei temi centrali del suo governo, il Recovery Plan. “Molto è stato fatto per assicurare ristori adeguati, ma occorre fare molto di più. Va colta l’opportunità di Next Generation Eu per investimenti su capitale umano e nuove tecnologie. La cultura in tutte le sue forme è imprescindibile per la crescita e il benessere del Paese“, ha infatti affermato il premier Mario Draghi, nella replica in Senato dopo il dibattito sulla fiducia.

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Un’impresa che certamente dovrà riaprire dopo la pandemia è il turismo. Quindi investire nel turismo non significa buttar via i soldi, quei soldi tornano indietro“, ha affermato poi il premier Mario Draghi, nella replica in Aula al Senato. “Vanno messe in campo misure che permettano alle imprese del turismo di non fallire. Bisogna impedire che in questo periodo queste imprese falliscano. Perché poi si perde un capitale che, spesso, è capitale umano“.

Al lavoro contro il “disastro sanitario, economico, sociale, educativo e culturale”

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Gli interventi di oggi hanno dimostrato la consapevolezza del disastro sanitario, economico, sociale, educativo e culturale in cui ci troviamo. È su questa consapevolezza, che questo Governo costruirà, nei fatti fatti, la propria credibilità. Vi ringrazio per la stima che mi avete mostrato. Ma anch’essa dovrà essere giustificata, validata nei fatti dall’azione del Governo da me presieduto. Grazie“. Così ha chiuso la replica in Senato Mario Draghi. Dopo le sue parole, l’applauso dell’aula al premier incaricato.

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