Il ministro per i Beni Culturali, Dario Franceschini, pubblicato sulla propria pagina Facebook un videomessaggio di risposta alle proteste e alle critiche arrivate da più parti del settore della cultura e dello spettacolo per lo stop deciso dal governo. “Ho l’impressione che non si siano percepiti quali sono i rischi del contagio in questo momento. E del resto verrebbe da chiedersi perché quando sono stati chiusi ugualmente i cinema e i teatri in marzo non c’è stata questa ondata di protesta. Forse non si è capito a che punto siamo”.
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“Dopo il dpcm di ieri che ha comportato la chiusura di tante attività, tra cui cinema e teatri, ho ricevuti molti appelli dal mondo della cultura e ho ricevuto parecchi attacchi. Tutto comprensibile perché c’è grande preoccupazione. Capisco che la chiusura dei luoghi di cultura ha un valore simbolico negativo e occorre pensare anche ai danni materiali che subiranno i lavoratori del settore più o meno conosciuti, ma ho la sensazione che non si sia percepita la gravità della crisi e del rischio del contagio”. Franceschini motiva così le misure inserite nel nuovo dpcm. “La chiusura non è stata una scelta derivata dalla gerarchizzazione delle attività ma è derivata dall’esigenza di ridurre la mobilità delle persone. Prima si interviene prima si cambia l’andamento epidemiologico”, ha poi concluso.
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