Non solo crisi di governo. Mentre Italia Viva tramite le parole di Matteo Renzi produceva il temuto strappo nei confronti dell’esecutivo guidato da Giuseppe Conte, i lavori sul nuovo Dpcm sono proseguiti. Con tanto di stato di emergenza verso la proroga fino al 30 aprile. Una misura che peraltro il ministro della Salute, Roberto Speranza, aveva anticipato in Parlamento quasi in sordina.
“Teniamo la salute degli italiani fuori dalla battaglia politica e da vere o presunte tensioni elettorali“, aveva dichiarato mentre l’attenzione generale si concentrava sugli spostamenti di Giuseppe Conte e ancora si attendeva la decisione di Renzi e Italia Viva. Nel frattempo però il contrasto al Covid inevitabilmente non si è fermato, e continua ad essere al centro del Dpcm le cui misure sono state illustrate nella risoluzione di maggioranza del ministro Speranza. Che peraltro la Camera ha agevolmente approvato, con 295 voti a favore, 220 contrari e sette astenuti.
Il Coronavirus, secondo quanto affermato da Speranza, “ha i mesi contati grazie alle vaccinazioni. Ma non è stato ancora vinto e non c’è altra strada diversa dall’unità per affrontare questa emergenza“. E nel suo intento i lavori sul Dpcm e in generale sul contrasto alla pandemia devono prescindere dalla querelle esplosa nella maggioranza e stigmatizzata dalle opposizioni. “Non c’è altra strada diversa dall’unità per affrontare questa emergenza, la più grande dal dopoguerra. Ecco perché mi rivolgo alla maggioranza e all’opposizione. Nei prossimi mesi sarà tutto terribilmente complicato. Teniamo fuori dalla battaglia politica la salute degli italiani, sarebbe un errore imperdonabile rallentare nell’ultimo miglio“.
Il Dpcm in corso andrà in scadenza il 15 gennaio, il prossimo stabilirà i nuovi colori delle “zone” in cui sarà suddivisa l’Italia. Sono nove le Regioni e Province autonome a rischiare l’arancione e tre addirittura il rosso. Quest’ultimo colore, con le misure più stringenti, potrebbe essere assegnato a Lombardia, Emilia-Romagna e Sicilia. Lo stato di emergenza resterà in vigore fino al 30 aprile, sebbene il Comitato Tecnico Scientifico aveva chiesto di non farlo scadere fino addirittura al 31 luglio.
Si lavora anche alla chiacchierata introduzione della “zona bianca”, che dovrebbe scattare con incidenza sotto i 50 casi ogni 100 mila abitanti e Rt sotto a 1. Saranno confermati il divieto di spostamento tra Regioni e il coprifuoco tra le 22 e le 5, in vigore anche in zona gialla. In queste ultime i ristoranti riapriranno, ma solo fino alle 18. La novità sarà invece il divieto di vendita anche d’asporto per i bar, a partire anche in questo caso dalle 18.
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