Come riportato da Rainews in occasione della ‘Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari’, che si è celebrata lo scorso 12 marzo, negli ultimi tre anni sono quasi 5mila gli episodi di violenza che si sono verificati in corsia. Tra lesioni, aggressioni e minacce, la vittima è donna, 7 volte su 10. Nell’occasione, il ministro della Salute Orazio Schillaci aveva affermato che questo è “un grave problema culturale che va fermato”. Ora, secondo quanto prevede il nuovo dl energia, il governo punterebbe a mettere un freno alle violenze contro il personale sanitario.
“Se la persona offesa è esercente una professione sanitaria o sociosanitaria nell’esercizio o a causa delle funzioni o del servizio, nonché chiunque svolga attività ausiliarie di cura, assistenza sanitaria o soccorso, funzionali allo svolgimento di dette professioni, nell’esercizio o a causa di tali attività”, è prevista una reclusione da tre a sette anni, si legge nella bozza.
Il Consiglio dei ministri è convocato per martedì 28 marzo alle ore 17, a Palazzo Chigi. Nella bozza, si legge ancora: “Le aziende e gli enti del Ssn, per fronteggiare lo stato di grave carenza di organico del personale sanitario, possono affidare a terzi i servizi medici e infermieristici solo in caso di necessità e urgenza, in un’unica occasione e senza possibilità di proroga, a seguito della verificata impossibilità di utilizzare personale già in servizio, di assumere gli idonei collocati in graduatorie concorsuali in vigore, nonché di espletare le procedure di reclutamento del personale medico e infermieristico autorizzate”. Inoltre, “gli operatori economici” dovranno avvalersi “di personale medico e infermieristico in possesso dei requisiti di professionalità contemplati dalle disposizioni vigenti per l’accesso a posizioni equivalenti all’interno degli enti del Ssn e che dimostrano il rispetto delle disposizioni in materia d’orario di lavoro”.
Lo stesso Schillaci, sempre in occasione della ‘Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari’, aveva dichiarato che “è importante anche contrastare la carenza di medici, rendendo le professioni sanitarie più attrattive, aumentando le retribuzioni e rendendo il luogo di lavoro più sicuro e migliore”. Nella stessa occasione era stata lanciata una campagna di sensibilizzazione sul tema, chiamata “La violenza non ti farà stare meglio, un medico, un infermiere o un operatore sì”.
Il dl energia, inoltre, interviene anche sul payback sanitario, per il quale è previsto un fondo ad hoc. Infine, “ai fini del ripiano dello sforamento dei tetti della spesa per dispositivi medici, le aziende produttrici dispositivi medici possono portare in detrazione l’Iva determinata“.
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