De Magistris contro De Luca: “Lasci il lanciafiamme e tiri fuori i dati”

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Scatta una polemica interna a Napoli, tra il sindaco della città Luigi De Magistris e il presidente della Campania Vincenzo De Luca. Proprio quest’ultimo è stato messo nel mirino dal primo cittadino del capoluogo, per le sue comunicazioni spesso sopra le righe ma che, secondo il sindaco, non danno un quadro esauriente dell’emergenza in Campania.

De Magistris contro De Luca: “Manca un quadro chiaro”

Il Presidente dovrebbe darci i dati precisi“, attacca De Magistris, a margine dell’evento Naples Shipping Week in corso alla Stazione Marittima di Napoli. “Non viene fornito un quadro chiaro – aggiunge – e non essendo informati non siamo neanche in grado di fare un’analisi puntuale. Bisogna in ogni caso continuare a rispettare le norme. De Luca ha un po’ l’abitudine di scaricare sempre le responsabilità su altri, lui non ne ha mai“.

Non manca il riferimento a un’immagine divenuta uno dei simboli del lockdown campano. Ma che a De Magistris non sembra piacere più di tanto: “Dopo la campagna elettorale ha rispolverato il lanciafiamme che aveva lasciato in cantina. L’ultima ordinanza ha creato molti problemi, perché ha imposto restrizioni che hanno creato difficoltà estreme nel giro di 24 ore. Bisogna lavorare di più in sinergia. Mi sembra che stia riprendendo a prevalere un atteggiamento terroristico, propagandistico e allarmistico“.

L’accusa: “Comportamento criminale contro Napoli”

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Un altro aspetto inquieta De Magistris, secondo cui qualcosa non torna a Napoli nel contrasto al Coronavirus. “È in atto un comportamento criminale ai danni della città e dei napoletani – il suo durissimo atto d’accusa –. Non mi è mai capitato di vedere che in mezz’ora, all’alba, arrivino tutta una serie di certificati di malattia. Guarda caso tutti di alcuni settori che costringono l’azienda o a ridurre le corse della metropolitana o a chiudere le funicolari“.

Il sindaco di Napoli insiste, con parole molto gravi e sospetti di cui afferma di assumersi la responsabilità. “Io ho le mie ragioni, ma non posso esporre pubblicamente. Non c’entrano i sindacati e le trattative in atto. Sono un ex magistrato, se parlo di condotte criminali pubblicamente me ne assumo la responsabilità. Sono certo che si tratti di condotte criminali premeditate. Parliamo di tentativi di ricatti e pressioni“, attacca De Magistris.

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