Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, risulta indagato con l’accusa di falso e truffa. Secondo quanto riportato da Repubblica, i pm ipotizzano che abbia “favorito” il suo autista e altri tre ex vigili urbani inserendoli come membri dello staff delle relazioni istituzionali, pur essendo privi di formazione e dei titoli necessari, per aumentarne gli stipendi. Il tutto a meno di due settimane dalle elezioni regionali, in cui l’ex sindaco di Salerno si ricandida per la riconferma contro il candidato di centrodestra, Stefano Caldoro.
Tutto comincia da un incidente stradale avvenuto nel settembre 2017. L’automobile di De Luca, che stava procedendo contromano in una via di Salerno, urtò uno scooter con a bordo una ragazza di 22 anni. Ne seguirono polemiche politiche. Sia per la norma, che consentiva a forze dell’ordine e vetture di servizio di percorrere quel tratto di strada contro il senso di marcia, sia per il ruolo del suo autista. Si trattava infatti di un ex vigile urbano passato alle dipendenze della Regione proprio quando De Luca è diventato Presidente. Un incarico su cui ora ha aperto un fascicolo la procura di Napoli.
De Luca, riferisce il quotidiano romano, è già stato interrogato dagli inquirenti a ridosso del lockdown. E in quell’occasione ha scelto di rispondere a tutte le domande per dare la sua versione dei fatti. L’obiettivo della difesa è quello di dimostrare che non c’è stata alcuna violazione della legge, né che sono stati sperperati soldi dei contribuenti. Anche se la vicenda sarebbe stata segnalata anche alla Corte dei Conti. Gli ex vigili coinvolti sono Claudio Postiglione, alla guida della vettura al momento dell’incidente, Gianfranco Baldi, Giuseppe Muro e Giuseppe Polverino. Al momento nessuno di loro risulta indagato.
Stando all’indagine condotta dalla pm Ida Frongillo e coordinata dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli, risulta che i quattro autisti hanno lasciato Salerno, città dove De Luca ha ricoperto per oltre vent’anni la carica di sindaco, per arrivare poi a Napoli poco dopo le elezioni del 2015. L’ipotesi è che il presidente li abbia promossi all’interno del suo staff con l’obiettivo di garantire loro un’indennità extra di 4.600 euro lordi all’anno.
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