Quella di oggi, mercoledì 15 settembre, sarà una giornata fondamentale per il ddl Green Pass Italia. Dopo essere stato approvato dalla Camera la settimana scorsa, il provvedimento approderà in Senato verso le 9:30, assieme ai 103 emendamenti presentati. Uno dei punti al centro della discussione sarà l’estensione del Green Pass a tutti i lavoratori, sia della pubblica amministrazione che del comparto privato. Su quest’ultimi c’è maggiore incertezza. Potrebbe essere necessario attendere almeno un’altra settimana per capire se anche loro dovranno dotarsi della certificazione verde per lavorare o no. È importante notare che, almeno per il momento, la cabina di regia sul tema non è ancora stata convocata e lo stesso vale per il Consiglio dei ministri.
“Le cose vanno fatte perché si devono fare, non per un risultato immediato”. Lo ha dichiarato ieri sera il premier Mario Draghi a Bologna. “Per questo è necessario dire molti no e pochi sì, per evitare che tutto sia travolto dall’irresponsabilità”. Le parole del presidente del consiglio sembrano delineare con chiarezza quale sarà il percorso seguito dal governo nelle prossime settimane. Non tutti i partiti sono d’accordo con questa posizione e non mancano anche alcune incertezze. È il caso, per esempio, della Lega. “Prima di dire se sono d’accordo o non sono d’accordo voglio capire di che cosa di sta parlando”, ha dichiarato ieri Matteo Salvini a Cartabianca, riferendosi all’estensione del Green Pass a tutti i lavoratori. Il leader della Lega ha anche chiesto a Draghi un intervento per scongiurare il rincaro delle bollette.
Ieri sera, Draghi ha parlato anche delle risorse del Next Generation Eu, sottolineando che devono essere spese “in maniera efficiente e onesta”. Inoltre, le riforme che lo accompagnano devono essere fatte per rendere “l’economia italiana più giusta e competitiva, capace di riprendere un sentiero di crescita che abbiamo abbandonato un quarto di secolo fa”. Il premier ha poi toccato il tema della transizione ecologica, rimarcando come i suoi tempi debbano essere al tempo stesso “ambiziosi” e “compatibili con le capacità di adattamento delle nostre economie. E lo stato deve essere pronto ad aiutare cittadini e imprese nell’affrontare i costi di questa complessa trasformazione”.
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