È morto, all’età di 65 anni, David Maria Sassoli, presidente del Parlamento europeo. Sassoli si è spento all’1.15 di oggi, martedì 11 gennaio 2022, al Centro di riferimento oncologico di Aviano, in provincia di Pordenone, dove era ricoverato dal 26 dicembre a causa di una grave complicanza legata a una disfunzione del sistema immunitario. A darne l’annuncio è stato il suo portavoce, Roberto Cuillo.
Il cordoglio per la sua scomparsa è trasversale a tutto il mondo politico, con messaggi di ricordo che giungono da più fronti. A partire dal suo entourage, che sulla pagina Facebook del presidente del Parlamento Ue scrive: “Si può vivere e morire in tanti modi. David Sassoli ha combattuto e lavorato fino all’ultimo possibile istante, informandosi, partecipando attivamente alla causa del bene comune con curiosità e passione indomabili nonostante lo stato di salute sempre più precario, dopo la temporanea ripresa di qualche tempo fa”.
“Per il Presidente del Parlamento europeo, per il politico Sassoli, per l’uomo David nella sua dimensione privata, alla base di ogni azione, di ogni comportamento, di ogni scelta erano, assai ben saldi, i valori umani di riferimento: lealtà, coerenza, educazione, rispetto”, si legge ancora.
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Anche la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha voluto ricordarlo pubblicamente con un tweet in italiano. “Sono profondamente rattristata dalla morte di un grande europeo e italiano – dice –. David Sassoli è stato un giornalista appassionato, uno straordinario presidente del Parlamento europeo e soprattutto un caro amico. I miei pensieri vanno alla sua famiglia. Riposa in pace, caro David”.
Nel corso della mattina, durante un punto stampa, von der Leyen ha ricordato Sassoli con queste parole: “È un giorno triste per l’Europa. Oggi la nostra Unione perde un convinto europeista, un sincero democratico e un uomo buono. David Sassoli era un uomo di grande fede e profonde convinzioni. Tutti amavano il suo sorriso e la sua cortesia, la sua bontà, però sapeva lottare in quello in cui credeva”.
“Nel 1989 era a Berlino tra i giovani europei quando cadde il Muro e sin da allora è stato dalla parte delle democrazia e di un’Europa unita. In più di un decennio di attività al servizio del Parlamento europeo egli ha difeso la nostra Unione e i valori della nostra Unione, ma era convinto che l’Europa dovesse sforzarsi di fare di più, voleva un’Europa più vicina ai cittadini, più fedele ai suoi valori. Questa è la sua eredità ed è così che io lo ricorderò – ha concluso –. Come un campione della giustizia e della solidarietà e come un caro amico”.
Nato a Firenze il 30 maggio 1956, si trasferisce fin dalla tenera erà a Roma seguendo il padre Domenico, di professione giornalista. Nella Capitale David Sassoli si diploma al liceo classico Virgilio per poi iscriversi alla facoltà di Scienze politiche dell’Università La Sapienza, senza tuttavia terminare gli studi. Sassoli si dedica infatti fin da subito all’attività giornalistica, che lo porta a lavorare per i quotidiani Il Tempo e Il Giorno e per l’agenzia stampa Asca. Fino al 1992, anno della sua assunzione in Rai.
David Sassoli è però per molti un volto familiare soprattutto per la sua conduzione del Tg1, di cui è stato anche vicedirettore durante l’era di Gianni Riotta alla guida del telegiornale della rete ammiraglia di Stato. La carriera di giornalista si chiude poi nel 2009 con l’ingresso in politica. Viene infatti eletto, con oltre 400mila preferenze, come eurodeputato tra le file del Partito democratico. Il 3 luglio 2019, all’inizio del suo terzo mandato, diventa presidente dell’Europarlamento.
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Proprio a metà dicembre, Sassoli aveva annunciato che non si sarebbe ricandidato alla guida dell’assemblea di Strasburgo. Su Twitter il suo ultimo pensiero pubblico risale alla giornata ieri, 10 gennaio, con un post che suona oggi come uno scherzo del destino. Le sue ultime parole sono proprio di cordoglio, per la morte di Silvia Tortora. “Il mio cordoglio – ha twittato – per la prematura scomparsa di Silvia Tortora. Una vita spesa per il garantismo, per la memoria del padre Enzo vittima di malagiustizia, per un Paese più maturo e più civile”.
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