Da quando non esiste più il finanziamento pubblico, i partiti hanno dovuto ingegnarsi. In questo filone si inserisce anche la trovata di Laura Ravetto della Lega. La responsabile del dipartimento pari opportunità del Carroccio, infatti, ha lanciato una sorta di riffa online per provare a raccogliere fondi a sostegno delle attività del partito. Non si tratta, di certo, della prima volta in cui la Lega utilizza in maniera particolare i social. In passato, anche se con obiettivi diversi, aveva fatto molto discutere il “Vinci Salvini”.
Ma cosa ha organizzato, quindi, l’esponente della Lega? È stata lei stessa a raccontarlo attraverso i suoi canali social. “Oggi è il mio giorno, è il giorno dedicato a me, per sostenere la Lega, se vorrete farlo vi allego l’indirizzo, qualunque erogazione liberale detraibile al 26%, va bene qualunque importo, se ritenete che io sia una delle vostre deputate preferite, se siete interessati a questi premi simbolici che faccio“, ha sottolineato Ravetto. Ma oltre alla detrazione, cosa si ottiene? La politica ha deciso di aggiungere anche delle “esperienze”, per spingere i sostenitori a finanziare in maniera diretta il partito. “Quello/a che contribuirà di più verrà con me in una redazione televisiva, il secondo/a farà un giro con me in Parlamento, il terzo/a potrà mettere sui miei social un messaggio a sua discrezione. Se siete interessati a questo, se volete sostenerci, se credete nelle nostre battaglie“. Insomma, una nuova frontiera del finanziamento online, la campagna di raccolta fondi “esperienziale”. Funzionerà? Ai posteri l’ardua sentenza.
Come dicevamo, la Lega non è nuova a un uso particolare dei social. In origine fu, e non potrebbe essere altrimenti, Matteo Salvini a tracciare questa nuova strada. Lo fece abbattendo le regole del tradizionale utilizzo “istituzionale” dei social da parte dei politici. Diede vita, nel 2018, a “Vinci Salvini”, un vero e proprio concorso rivolto ai suoi sostenitore. In cosa consisteva? Più like metti ai post della sua pagina ufficiale, più punti ottieni. Il vincitore del giorno viene celebrato con un post sulla pagina Facebook, quello della settimana porta a casa un caffè con il Capitano. Poi, a spot, il vincitore o comunque le persone più attive avrebbero potuto ricevere delle telefonate direttamente dal leader della Lega. Come si partecipava? Naturalmente in maniera gratuita, ma compilando un form con i propri dati. Un aspetto non secondario: “Vinci Salvini”, infatti, non servì soltanto per creare interazioni e aumentare l’attenzione sulla pagina, ma anche per profilare i partecipanti. Un’opportunità non di poco conto per chi fa politica. Permette, infatti, di avere un’idea chiara della propria base elettorale e,di conseguenza, di tarare al meglio le proprie campagne di comunicazione.
Il “Vinci Salvini” venne riproposto per due anni e si inserisce all’interno di un fenomeno che viene chiamato “gamification”. Un metodo comunicativo che prevede di trasformare la comunicazione, appunto, in un gioco per renderla più interessante agli occhi di chi guarda e per coinvolgere un maggior numero di persone rispetto alla comunicazione tradizionale.
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