Grande fibrillazione tra le forze parlamentari dopo l’intervento del premier Giuseppe Conte alla Camera dei Deputati. Sia in aula che successivamente, all’esterno di Montecitorio, non sono mancati i commenti di alleati e oppositori del Presidente del Consiglio in questa delicatissima fase di crisi di governo. Ma i commenti più attesi erano inevitabilmente quelli di Italia Viva, che ha concretamente prodotto lo strappo. E che ha tutt’altro che sprangato le porte all’attuale premier.
Crisi di governo: la posizione di Italia Viva dopo lo strappo
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“Se c’è da creare un governo migliore e non abbiamo nessuna pregiudiziale sui nomi, figuriamoci se mettiamo un veto su di lei che ha governato con la Lega poco prima di questo governo. Ma chiediamo di muoversi. Di darci risposte, una visione e una strategia. Se questo c’è, noi ci siamo“. Questo il contenuto dell’intervento in aula di Ivan Scalfarotto. Il deputato di Italia Viva si è dimesso dal ruolo di sottosegretario agli Esteri. Una mossa che ha contribuito in maniera importante all’attuale crisi di governo. “Se ci sarà la possibilità di dare un governo vero a questo Paese, Italia Viva non mancherà“, ha aggiunto Scalfarotto.
Partito Democratico e M5S: sostegno totale a Conte
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Chi ha mantenuto la linea di un sostegno totale all’attuale premier e l’auspicio di superare la crisi di governo è invece il Pd. “Conte ha rivendicato quello che è stato fatto finora e ha prospettato l’impegno futuro per far fronte alle necessità degli italiani. Un modo per dire che è il tempo della responsabilità“. Così Laura Boldrini.
E la ex presidente della Camera, sulla possibilità che dalla crisi di governo si passi a un governo fragile, ha aggiunto: “È stato fatto un richiamo a un senso di responsabilità. Dobbiamo dare della risposte importanti. Per non essere fragili dobbiamo essere compatti“. Renzi? “Comportamento molto irresponsabile. Se ci sono problemi politici è con la politica che vanno risolti. Incomprensibile per gli effetti che avrà per lui e per il suo partito“.
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Stessa linea anche per l’altra forza di maggioranza rimasta al centro del progetto dell’esecutivo anche dopo la crisi di governo. “Il Movimento 5 Stelle – ha infatti spiegato la senatrice Paola Taverna – è compatto con il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Il Paese in questo momento ha bisogno di stabilità e continuità. I cittadini stanno aspettando la Cig, i ristori e il rilancio del Paese attraverso il Recovery. Questo è il momento di essere costruttori e non c’è spazio per egoismi personali“.
I nuovi “costruttori” del Maie contro la crisi di governo
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E a proposito di “costruttori” (già rinominati “volenterosi“), molta attenzione è rivolta a Maie-Italia 23, nuova creatura parlamentare che si propone di oltrepassare la crisi di governo. A presentarla è Ricardo Merlo: “Siamo un gruppo di parlamentari che stanno lavorando con il premier Conte. Stiamo cercando di sensibilizzare i colleghi per venire ad appoggiare questo governo, altrimenti andremo al voto. O questo governo o il voto. La storia non finisce domani, domani avremo la fiducia e incomincia un’altra partita. A poco a poco i colleghi rifletteranno. Il nostro gruppo oggi ha un altro senatore e siamo già in 5, è Buccarella“.
L’avventura di Maie, secondo le parole di Merlo, non proseguirà oltre questa legislatura ma è strettamente connessa alla crisi di governo e al destino dell’esecutivo Conte. “È un gruppo che ha come punto di riferimento il premier Conte, ma non è un partito. Questa legislatura finisce se Renzi vota la sfiducia. Se Italia Viva si astiene, il governo avrà la maggioranza relativa e andrà avanti. Le mediazioni che si facevano con Italia Viva dentro la maggioranza si faranno con Italia Viva fuori dalla maggioranza. Forse la cosa sarà più facile“, spiega Merlo.
La rabbia della Lega, il no di Forza Italia
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Tutte queste novità, fatalmente, hanno scatenato la rabbia delle opposizioni. Durissimo, per esempio, è stato l’intervento di Claudio Borghi, deputato della Lega, nel dibattito alla Camera per la crisi di governo. Il parlamentare ha urlato in aula: “Tra voi non ce n’è uno che se ne salva. Non avete ottenuto nulla, il Pil del Paese sarà inferiore del 10%“. Poi l’esponente del Carroccio si è rivolto direttamente al premier Conte: “Presidente, lei se ne andrà quando la montagna di guano che è stata accumulata sotto il tappeto sarà così enorme da non poter essere più nascosta. Ve ne andrete come chi lascia la casa dopo averla occupata. Dopo aver distrutto e rubato tutto, dopo aver defecato al centro della stanza“.
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Chi non sembra aver cambiato affatto idea è anche Forza Italia, ancora saldamente all’opposizione. “Il discorso di Conte? Un libro di intenzioni con offerte di posti“: così Antonio Tajani di Forza Italia uscendo dalla Camera. E i sì al Senato per superare la crisi di governo non arriveranno dal suo partito, anche in caso di nuovi compiti nell’esecutivo. “Se interessano a noi? I posti a noi non interessano, non è un discorso di alto profilo, sono rimasto deluso. Non è questo che porta consensi“, ha continuato Tajani.
Che poi ha ribadito: “Non voteremo la fiducia al governo di sinistra. Voteremo invece lo scostamento di bilancio e il Dl Ristori. Siamo anche pronti a offrire il nostro lavoro sul Recovery Plan“. Una decisione che non comporta un cambio di approccio rispetto alla crisi di governo. Tajani infatti specifica che “sono cose totalmente diverse“.