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Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha chiamato anonimamente il numero verde delle Unità Locali Socio-sanitarie (Ulss) fingendosi un comune cittadino, per verificare in prima persona le risposte degli operatori e la funzionalità del servizio. Lo ha rivelato lo stesso governatore ai cronisti nella conferenza stampa di mercoledì, non nascondendo alcune criticità ma promuovendo in sostanza il servizio.
Il presidente del Veneto ha rivelato quindi di aver effettuato delle ‘chiamate spia’ al numero verde delle Ussl. “Chiamavo ogni mattina, a volte facevo i complimenti ai telefonisti. Altre volte no – ha dichiarato Zaia nel corso del punto stampa svoltosi nella sede regionale della Protezione civile -. Talvolta facevo fatica a prendere la linea e mi spazientivo anche. Facevo il finto utente e chiedevo delle precisazioni. Ho sempre ricevuto risposte esaurienti“.
“Le linee telefoniche del numero verde regionale sono 50 – ha spiegato poi Zaia -. Riescono a dare circa 20mila risposte a settimana. Purtroppo se chiama il numero 20.001, questi si lamenterà per aver trovato la linea occupata. I tabulati parlano chiaro, possiamo dimostrare il numero delle telefonate. Tutto ciò lo posso dire perché ho verificato il servizio di persona”.
Zaia ha poi confermato la sua fiducia in un ritorno in zona arancione: il nuovo obiettivo è, soprattutto, quello di riaprire gli edifici scolastici. “Se venerdì prossimo verremo classificati zona arancione, e non è improbabile, spero che le scuole possano essere riaperte, che ripartano velocemente – ha affermato -. Se ci sarà questo passaggio, poi, dovremo essere molto attenti. Perchè è un attimo retrocedere“.
L’attenzione passa anche dalla verifica costante dei dati relativi alla curva di contagio: “Stamattina abbiamo fatto una lunghissima conferenza con i direttori sanitari sulle vaccinazioni e sulla questione sanitaria – ha detto Zaia -. Si partirà con il piano sanitario e le prime restrizioni, cercheremo di garantire il possibile. Non siamo nello scenario di marzo scorso anche se la pressione si sente. Lo scorso anno il 31 marzo avevamo 2.068 ricoverati in area non critica, oggi 2059 mentre nelle intensive eravamo a 346, oggi 287“.
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