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“La realtà è che a più di un anno dalla pandemia siamo al punto di partenza”. Resta fortemente critica la posizione nei confronti del governo da parte di Fratelli d’Italia, e in particolare della leader Giorgia Meloni, che ha voluto lanciare un’ulteriore stoccata alle decisioni dell’esecutivo in materia di contenimento della pandemia di Covid-19 in Italia. Lo ha fatto con un intervento video all’avvio del convegno “Riapri Italia. La sfida è oggi”, organizzato proprio dai gruppi parlamentari di FdI.
“La strategia adottata dal governo è sempre la stessa – accusa Meloni -. Si continua con le chiusure generalizzate delle attività produttive, andiamo avanti con i lockdown e la limitazione delle libertà fondamentali. Non si interviene invece sui reali focolai di contagio come il trasporto pubblico, non si investe abbastanza sulle cure domiciliari e sulle terapie precoci, questioni che abbiamo posto più volte e che sono la chiave di volta per abbattere la pressione sulle nostre strutture sanitarie”.
Polemico anche l’atteggiamento verso l’Unione europea. “Sui vaccini stiamo assistendo alle conseguenze del più grande fallimento dalla nascita dell’Ue – sostiene la leader di Fratelli d’Italia -. Anche noi abbiamo sostenuto il piano di acquisti comuni della Commissione europea. La situazione, però, è sotto gli occhi di tutti: ritardi nelle autorizzazioni, contratti scritti male e che non si riesce a far rispettare, commissari che si rimpallano le responsabilità l’uno sull’altro”.
“Alle responsabilità si aggiungono quelle gravi del governo italiano – aggiunge Meloni -. La rimozione di Arcuri era il minimo che il Governo Draghi potesse fare. Noi però continuiamo a pagare lo scotto di aver perso mesi preziosi, non si è così organizzata la campagna vaccinale in modo che avesse come priorità assoluta quella di mettere in sicurezza gli anziani e i più fragili. Bisognava anche ampliare la platea dei vaccinatori“.
“Adesso serve programmare la riapertura – spiega infine la leader, di fatto, dell’opposizione -. Non possiamo immaginare che lockdown e chiusure siano la nostra normalità. E serve immediatamente una riforma del Servizio sanitario nazionale, che metta al centro la valorizzazione della medicina del territorio, decisiva nell’emergenza”.
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