Le manifestazioni No Green Pass continueranno a svolgersi, ma con regole diverse. I cortei non potranno più attraversare i centri storici e le vie dello shopping. I manifestanti dovranno stare lontani dagli obiettivi sensibili e potranno organizzare soltanto sit-in. A darne notizia è il Corriere della Sera, sottolineando che le nuove regole entreranno in vigore già dal prossimo fine settimana.
A stabilire la nuova linea su cortei e manifestazioni è la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, dopo averne testato l’efficacia già durante il G20 di Roma. A partire dal prossimo fine settimana, i comitati provinciali dovranno tenere conto di queste disposizioni prima di concedere il via libera alle manifestazioni in programma. La stretta sulle manifestazioni No Green Pass serve a tutelare i diritti di chi protesta, proteggendo parallelamente le attività economiche e la salute dei cittadini.
L’esempio più clamoroso dei danni causati da assembramenti e cortei si è avuto a Trieste. Qui la protesta dei portuali ha provocato un’impennata dei nuovi contagi. Alla recrudescenza dei casi, si sono affiancati altri disagi, legati al blocco del porto e a una vasta area della città. Il prefetto Valerio Valenti ha imposto il divieto di manifestare fino al 31 dicembre in piazza Unità d’Italia, dove gli attivisti No Green Pass si danno appuntamento anche più volte a settimane. Il prefetto ha giustificato la decisione sottolineando la situazione di criticità per l’ordine e la sicurezza pubblica. A rischio anche il patrimonio urbano pubblico e privato, “con lanci di oggetti verso palazzi tutelati dal ministero della Cultura“, ha precisato il prefetto.
Ma le proteste No Green Pass a Trieste non sono state le sole a mettere a repentaglio la sicurezza dei cittadini. Soltanto l’8 ottobre scorso, l’assalto alla sede della Cgil a Roma da parte di Forza Nuova ha provocato decine di feriti, tra cui 38 appartenenti alle forze dell’ordine. Tra questi anche un dirigente della questura che ha riportato la frattura di una costola e un operatore della polizia scientifica a cui è stato fratturato uno zigomo. Dopo il disastroso epilogo della manifestazione, la pianificazione concordata tra la ministra e il capo della polizia Lamberto Giannini, in vista del G20, ha consentito di evitare ogni rischio.
La strategia si rivelò vincente già nel 2009, quando ministro dell’Interno era il leghista Roberto Marone e l’Italia era attraversata dai cortei degli studenti. Il 26 gennaio 2009, dopo mesi scontri in piazza con le forze dell’ordine, Maroni stabilì una direttiva che prevedeva di “limitare l’accesso ad alcune aree particolarmente sensibili per motivi sociali, culturali o religiosi o che siano caratterizzate da un notevole afflusso di persone o nelle aree nelle quali siano collocati obiettivi critici“. L’obiettivo era chiaro: “Garantire il diritto di riunirsi e manifestare liberamente, preservando allo stesso tempo l’ordinato svolgimento della convivenza civile“.
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