Non ci saranno le ‘patenti di immunità’ auspicate (e non adottate) a ridosso della scorsa estate, ma potrebbe far ugualmente discutere la decisione annunciata dal presidente della Regione autonoma della Sardegna, Christian Solinas, di sottoporre a tampone rapido tutte le persone che faranno ingresso nell’isola a partire dal prossimo 8 marzo. Una decisione che, secondo le intenzioni del governatore, “difenderà la salute pubblica” della prima Regione italiana in zona bianca.
Solinas: “Chiediamo solo qualche minuto di tempo a chi sbarca in Sardegna”
L’annuncio è arrivato nel corso un intervento di Solinas alla trasmissione Un giorno da pecora, su Radio Uno Rai. “Dalla prossima settimana iniziamo a testare chi entra in Sardegna – ha affermato -. Da lunedì, a chi sbarca, chiederemo qualche minuto del suo tempo per sottoporsi a un test rapido. Se il risultato è di negatività si accede tranquillamente, in caso di positività scattano i protocolli previsti“.
La Sardegna è la prima Regione in Italia a far parte della cosiddetta zona bianca. Un risultato raggiunto grazie a un indice Rt inferiore al valore 1 e un’incidenza che non va oltre 50 casi per ogni 100mila abitanti per tre settimane consecutive.
La zona bianca resterà attiva almeno fino al 15 marzo. Rispetto alle fasce di rischio ‘colorate’ restano l’obbligo di mascherina e distanziamento, ma possono riaprire edifici scolastici, sedi universitarie, musei, teatri, cinema, sale da concerto, centri sportivi al chiuso e impianti sciistici. In più, i bar e i pub possono aprire fino alle 21, i ristoranti fino alle 23. Il coprifuoco, infine, scatta alle 23.30 anziché alle 22.
La polemica di maggio 2020 sulla ‘patente di immunità’
Nello scorso mese di maggio, Solinas aveva polemizzato con il sindaco di Milano Giuseppe Sala su una questione simile: in quel caso, però, si parlava di una sorta di ‘patente di immunità’ per entrare in Regione, una soluzione che aveva acceso il dibattito ed era stata accantonata ancor prima di una possibile adozione.
Stavolta non si parla di ‘patenti’ o ‘passaporti’. L’intenzione del governatore sardo, però, resta quella di blindare la zona bianca tenendo attentamente monitorati gli arrivi e sottoponendo a controllo tutti coloro i quali si recheranno in Sardegna.