Coronavirus, Salvini: “Von der Leyen non bastano le scuse”

A Matteo Salvini le scuse non bastano. Il leader della Lega, nel corso di una conferenza stampa al Senato, ha commentato le parole della presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, che, in un discorso al Parlamento Europeo, si era scusata con l’Italia per l’assenza dell’Ue nel momento in cui il nostro Paese ha dovuto affrontare la prima fase dell’emergenza coronavirus.

Oggi ho letto che Ursula von der Leyen si è scusata l’Italia: non basta, non basta. Non bastano le scuse, due sorrisi e due pacche sulle spalle. Gli italiani hanno versato 140 miliardi di euro nelle casse dell’Europa, che sono andati ad altri paesi anche per sovvenzione dell’industria, dell’agricoltura e del turismo degli altri. Nessuno a Berlino o a Bruxelles pensi di mettersi in pari con gli italiani andando al Parlamento europeo in video collegamento a dire ‘Scusate se non ci siamo stati’“, le parole di Salvini.

“Io sottoscrivo l’appello dei 101 economisti e professori di economia italiani che dicono ‘non si firmi quell’accordo’, piuttosto ha ragione il presidente Conte quando dice facciamo da soli, con buoni del tesoro italiani a condizioni fiscali vantaggiose per noi. Preferisco avere debito e futuro degli italiani in mano a italiani non in mano a tedeschi o multinazionali o fondi stranieri“, ha continuato il leader della Lega.

Von der Leyen: “La Ue deve scusarsi con l’Italia”

Le parole di Salvini si riferiscono, come detto, al discorso tenuto da Ursula Von der Leyen davanti al Parlamento Europeo questa mattina. La presidente della Commissione Europea aveva riconosciuto l’assenza di diversi partner nel momento in cui l’Italia si è trovata a fare i conti con l’inizio della pandemia.

È vero che molti erano assenti quando l’Italia ha avuto bisogno di aiuto all’inizio di questa pandemia. Ed è vero, l’Ue ora deve presentare una scusa sentita all’Italia, e lo fa. Ma le scuse valgono solo se si cambia comportamento. C’è voluto molto tempo perché tutti capissero che dobbiamo proteggerci a vicenda“, le sue parole.

Di Maio: “Scuse dell’Ue all’Italia importante atto di verità”

Ben diversa rispetto a quella di Matteo Salvini, invece, la reazione del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che si è detto soddisfatto per il pensiero espresso dalla Von der Leyen: “La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen oggi si è scusata con l’Italia, ammettendo che molti Paesi all’inizio della pandemia non sono stati presenti quando abbiamo avuto bisogno di aiuto. Le sue parole rappresentano un importante atto di verità, che fa bene all’Europa e alla nostra comunità“, ha scritto sul proprio profilo Facebook.

Adesso l’Ue abbia il coraggio di difendere e tutelare tutti i popoli. Serve un’Europa più solidale. In corso c’è una delle trattative più importanti della nostra storia. Difendendo l’Italia, difendiamo anche l’integrità dell’Ue“, ha aggiunto il ministro.

Salvini: “Errore di Berlusconi accodarsi a Renzi e Prodi su Mes”

Sempre nel corso della stessa conferenza stampa, Salvini ha anche commentato le parole di Silvio Berlusconi a proposito del Meccanismo europeo di stabilità. Il leader forzista, nei giorni scorsi, aveva sostenuto che il Mes non andasse “demonizzato”. “Berlusconi lo chiamerò oggi stesso per ragionare di futuro. Penso che sia un errore accodarsi alle dichiarazioni supinamente pro-Mes di Prodi, Renzi e Zingaretti“, l’affondo di Salvini.

E ancora: “Il Mes è un prestito fatto oggi che pagheranno i nostri figlio domani a condizioni non imposte da Roma o dalla Banca d’Italia ma da questo fondo istituito all’estero con un click da Bruxelles“, ha aggiunto. Secondo il leader della Lega, Berlusconi, in questo frangente, è “malconsigliato”.

“Su Mes prima di trattare con Ue si deve votare”

Sempre a proposito del Mes, Salvini ha poi spostato l’attenzione sul voto del Parlamento: “Secondo la legge è necessario un voto in Parlamento. La legge 234 del 2012, la cosiddetta legge Moavero, prevede che prima dei consigli europei, come quello del 23 aprile, ci sia un voto. Da Pd e 5S ci sentiamo dire che il premier verrà a informarci, poi andrà a Bruxelles e al ritorno chiederà il voto del Parlamento. Va bene aver scritto Giocondo in fronte, però…“.

Chi va a Bruxelles senza un mandato chiaro del Parlamento è fuori dalla legge“, ha quindi concluso il leader leghista.

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