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Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è recato a Bergamo per ricordare tutte le vittime della città decedute a causa del Coronavirus. Mattarella è stato accompagnato dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e dal sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, al Cimitero monumentale della città, luogo simbolo dei mesi di emergenza acuta e da cui sono partiti i camion dell’esercito con le salme di numerosi bergamaschi. Qui, il Capo dello Stato, dopo un momento di raccoglimento, ha deposto una corona.
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“Tra l’omaggio reso alla lapide con la preghiera in poesia di Ernesto Olivero e la Messa da Requiem di Donizetti, lo spazio delle parole è doverosamente limitato. È rivolto soltanto a riflessioni essenziali. Qui a Bergamo, questa sera, c’è l’Italia che ha sofferto, che è stata ferita, che ha pianto”, così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha iniziato il suo discorso a Bergamo in ricordo delle numerose vittime di Coronavirus che sono morte durante i mesi di emergenza sanitaria.
Mattarella: “Ricordare per evitare che si ripeta”
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In un breve e sobrio discorso, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dedica alcune parole molto intense per tutti quei morti che non hanno nemmeno potuto avere un funerale per l’emergenza Coronavirus. “Ricordare significa riflettere, seriamente, con rigorosa precisione, su ciò che non ha funzionato, sulle carenze di sistema, sugli errori da evitare di ripetere”. Mattarella pronuncia queste frasi poco prima della Messa da Requiem di Donizetti davanti al cimitero monumentale di Bergamo, alla presenza dei 324 sindaci dei Comuni della provincia, in rappresentanza dei loro cittadini. “Fare memoria significa anzitutto ricordare i nostri morti e significa anche assumere piena consapevolezza di quel che è accaduto. Senza cedere alla tentazione illusoria di mettere tra parentesi questi mesi drammatici per riprendere come prima”, ha continuato il Capo dello Stato. “Significa allo stesso modo rammentare il valore di quanto di positivo si è manifestato. La straordinaria disponibilità e umanità di medici, infermieri, personale sanitario, pubblici amministratori, donne e uomini della Protezione civile, militari, Forze dell’Ordine, volontari. Vanno ringraziati: oggi e in futuro”.