Il ministro degli Affari Regionali, Francesco Boccia, interviene alla trasmissione radiofonica The Breakfast Club, su Radio Capital, a proposito del Coronavirus. In questa occasione paventa un ritorno a misure più restrittive in ambito nazionale, qualora i numeri dovessero peggiorare in Italia.
“Le limitazioni di spostamento tra le Regioni non possono essere escluse, non si può escludere nulla in questo momento. Dobbiamo difendere il lavoro e la salute a tutti i costi. La mobilità tra le regioni deve essere salvaguardata, ma la situazione dovrà essere monitorata giorno per giorno. Appena c’è una spia che si accende bisogna intervenire”.
“La risalita dei contagi era prevedibile”, continua il ministro. “Le terapie intensive sono state rafforzate. Questi sono numeri diversi rispetto a quelli di aprile, anche se il virus c’è e bisogna conviverci. Come governo non fissiamo nessuna asticella”. E sui test rapidi aggiunge: “Non è accettabile aspettare ore e ore per fare un tampone. Bisogna potenziare i servizi sanitari, stiamo lavorando sui test rapidi perché si possano fare ovunque”.
Successivamente Boccia ha chiarito meglio: “Non escludere interventi in caso di aumenti dei contagi non significa chiudere, ma essere pronti a ogni intervento. Evitiamo di generare preoccupazioni. La priorità assoluta per il Governo e per le Regioni è difendere lavoro e scuola. Oggi le reti sanitarie regionali funzionano bene per il lavoro congiunto di rafforzamento quotidiano fatto tra Stato e Regioni”.
Un ritorno a più di quattro mesi fa quello che Boccia poteva ipotizzare sul Coronavirus
Una previsione, quella del ministro Boccia, che farebbe ripiombare l’Italia a quello che successe per tutta la primavera scorsa, per quanto riguarda il Coronavirus. Dal 9 marzo al 3 giugno, infatti, erano stati infatti vietati gli spostamenti tra regioni. Anche in quel periodo di parziale riapertura dal lockdown che andava dal 18 maggio in poi.
Del resto gli ultimi dati nel nostro Paese parlano chiaro. Nella giornata dell’8 ottobre ci sono stati 4.458 nuovi casi di Covid-19 a fronte di 128.098 tamponi eseguiti (mentre mercoledì i nuovi contagi erano stati 3.678 con 125.314 tamponi). È il numero più alto registrato dallo scorso 3 aprile. Le Regioni che hanno fatto registrare il maggiore incremento di casi sono Campania (757), Lombardia (683) e Veneto (491). Una situazione, quindi, che non si può minimamente sottovalutare.