Coronavirus, gli artigiani: “I 25.000 euro? Ci chiedono di indebitarci senza dirci come ripartiremo”

POLITICA (Roma). Con i 25.000 euro di prestito per le imprese “ci stanno chiedendo di indebitarci senza dirci come e quando ripartiremo”. A lanciare l’allarme è l’imprenditore Marco Vicentini, presidente Cna (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Imprese) giovani, che sottolinea come la cifra da oggi accessibile alle imprese e agli artigiani, invece di essere un volano, potrebbe trasformarsi in un onere aggiuntivo da affrontare durante la ripartenza dopo la crisi del Covid.

I finanziamenti agli artigiani

“Tanti artigiani saranno obbligati ad accettare il prestito di 25.000 euro per salvare le loro famiglie. Al momento non sono disponibili altri strumenti. Se nei prossimi due anni le aziende non riusciranno a ripartire e a creare di nuovo lavoro, si ritroveranno un debito sulle spalle”, spiega Vicentini. Proprio per evitare questa situazione, il Fondo di Garanzia 2020 Pmi concede alle piccole e medie imprese italiane una garanzia pubblica a fronte di finanziamenti erogati dalle banche. Per gli istituti di credito si tratta di un’operazione sicura, in quanto in caso di insolvenza da parte dell’impresa sarebbe il Fondo Centrale di Garanzia o, eventualmente, lo stato a risarcire il debito. “I prestiti a fondo perduto sono fondamentali per tappare il buco che si è creato a causa dei mancati incassi. I finanziamenti a tasso zero, invece,  contribuiscono al rilancio dell’impresa. I due sistemi messi assieme permettono di tamponare per un paio di mesi e di affrontare i futuri investimenti”, conclude Vicentini.

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