Luigi de Magistris da Napoli torna a parlare di coronavirus, e in particolare dei rapporti tra nord e sud del Paese. Una polemica riaperta dopo le recenti dichiarazioni di Vittorio Feltri durante la trasmissione tv ‘Fuori dal coro’, condotta su Rete 4 da Mario Giordano.
L’appello del sindaco di Napoli è chiaro: “Basta con questo balzello propagandistico tra le regioni e lo Stato, che non riesce ad acquisire una posizione di coordinamento forte. In questa lotta, che è di campagna elettorale e potere, ci sono in mezzo gli italiani, i sindaci, i feriti“.
“A proposito del presunto conflitto tra regioni, in realtà siamo anche qui alla propaganda pura – insiste il primo cittadino del capoluogo campano –. Nessuno oggi può immaginarsi uno spostamento da sud a nord e viceversa. Sugli spostamenti tra una regione e l’altra basterebbe una parola chiara del governo”.
La polemica di de Magistris torna quindi alla primissima fase dell’emergenza coronavirus in Italia: “Gli spostamenti non sono ipotizzabili al momento. Non si potrà certo ripetere l’errore dell’8 marzo quando il governo annunciò la chiusura della Lombardia e si dimenticò di avvisare le forze di polizia, provocando un esodo al sud“.
Quindi la stoccata, molto severa, riservata a Vittorio Feltri: “Evidentemente ha un virus nel cervello, ma di altro tipo. L’assenza totale di cultura. Uno che si rivolge ai meridionali dicendo che sono inferiori non merita risposta, se non la querela“.
Parole che secondo de Magistris sono particolarmente gravi anche perché giunte in un momento reso drammatico dal coronavirus: “Purtroppo le sue affermazioni, che non sono state nemmeno stigmatizzate, sono state sentite da tantissimi italiani. Questo non va bene, perché questo è il momento dell’unità nazionale. Noi non ci vogliamo mettere da Napoli a insegnare ai lombardi come mai da noi ci sono stati pochissimi contagi e da loro tanti. Non mi interessa, perché io mi sento solidale con i lombardi. Che, non per colpa loro ma per tante altre responsabilità, si trovano davanti a un disastro catastrofico“.
Quindi la chiosa finale, e l’auspicio di un’Italia unita contro il coronavirus: “Che vogliamo fare, il sud che attacca il nord? Noi, orgogliosamente meridionali, non lo vogliamo fare. E noi, orgogliosamente napoletani, ci sentiamo solidali verso i lombardi“.
Il sindaco di Napoli ha poi duramente criticato l’operato del governo: “Lo Stato è molto lento e mi dispiace doverlo dire. La liquidità non arriva e i comuni sono stati lasciati soli – le sue parole -. Con questo ritmo rischiamo di consegnare il paese alle organizzazioni criminali, c’è molta delusione. Ci vuole liquidità ai comuni ed un reddito d’ emergenza per le persone che non hanno più risorse. Se il governo aspetta l’Europa siamo già fritti. Abbiamo dovuto aspettare 40 giorni affinché la regione Campania rivedesse il divieto per il cibo d’asporto: il risultato è un’ordinanza scritta davvero male, aprire così non conviene. La montagna dell’ottusità ha partorito un topolino“.
Poi, de Magistris racconta la trasformazione di Napoli, la sua città: “Noi fino a due mesi fa avevamo le piazze piene. Per tornare a quello dovremo aspettare la primavera del 2021. Sono però fiducioso, l’estate deve essere il momento della rinascita post pandemia. La cosa più brutta? Aver visto la città trasformata in poche ore“, conclude il sindaco.
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