Ormai è (quasi) ufficiale. Da lunedì 17 maggio l’inizio del coprifuoco non sarà più alle ore 22. Questo, però, non determina ancora una presa di posizione ufficiale del governo, che nei prossimi giorni dovrà assumere una decisione definitiva. A quanto raccontano i ministri, Mario Draghi non vorrebbe (per ora) andare oltre le 23. I numeri dei contagiati e dei morti toccano la soglia più bassa dallo scorso ottobre, ma a Palazzo Chigi c’è preoccupazione per l’euforia dei tanti italiani che hanno fretta di tornare alla socialità pre-Covid.
Pressato da Matteo Salvini, che chiede una svolta in settimana eliminando tout court il coprifuoco, il presidente del Consiglio non cambia linea e continua a muoversi “con gradualità e prudenza”. Roberto Speranza, che ha sempre tenuto la linea del rigore assoluto, è pronto ad allentare il coprifuoco perché vede nei 24 milioni di vaccini somministrati in Italia una garanzia sufficiente per restituire libertà ai cittadini. “Con prudenza, senza sbandamenti né colpi di testa, dobbiamo continuare il percorso delle riaperture”, è il ragionamento che il ministro della Salute ha condiviso con gli esperti.
Per adesso una cabina di regia ad hoc e il successivo Consiglio dei ministri non sono ancora in agenda, ma Draghi potrebbe convocare le riunioni nel weekend, dopo aver visto i dati epidemiologici del consueto monitoraggio del venerdì. Dalla prossima settimana, poi, potrebbero essere rivisti i parametri dell’indice Rt: si passerà a un nuovo indice ospedaliero attraverso il quale scatterebbe con meno facilità la zona arancione nelle varie regioni.
Tra il 5 e il 20 giugno chiudono le scuole, che nella maggior parte delle regioni si fermano l’8 giugno. È un’altra data da segnare in rosso, perché lo stop alle lezioni in presenza avrà un effetto benefico sull’indice Rt: un “tesoretto”, per dirla con le parole di Speranza, che consentirà altre riaperture. Nel frattempo La capogruppo del Partito Democratico, Debora Serracchiani, sulla base dei 500 mila vaccini al giorno, chiede “la revisione dello stop dei centri commerciali nel fine settimana” per dare un “robusto colpo di acceleratore a tutto il sistema”.
Il 15 maggio scade l’ordinanza che impone la quarantena di 5 giorni a chi entra in Italia da un Paese europeo e Speranza e Di Maio hanno già detto che non sarà rinnovata, per favorire il turismo. La quarantena per chi rientra dagli Stati Uniti potrebbe finire due settimane più tardi. Il 3 giugno i ministri della Salute del G7 discuteranno la proposta di Speranza che ha chiesto a Usa, Canada, Gran Bretagna, Francia, Germania e Giappone di fare cadere reciprocamente l’obbligo di isolamento.
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