Coprifuoco in Lombardia, anzi no. Qualcosa si è inceppato nell’ordinanza che il governatore Attilio Fontana avrebbe dovuto firmare nella serata di martedì 20 ottobre. Quella che avrebbe chiuso la Regione dalle ore 23 alle 5 di ogni giorno, bloccando anche la media e grande distribuzione in tutti i weekend. E dopo il vertice tenuto dal centrodestra nel pomeriggio, è stato Matteo Salvini a ordinare la frenata prima di passare dalle parole ai fatti.
“Ho una riunione con il governatore e gli assessori per capire. Prima di chiudere, io voglio capire“, aveva infatti anticipato Salvini dopo il vertice nella Capitale. E l’impressione è che in Lombardia non si sia deciso sul coprifuoco proprio dopo il suo intervento. Con le critiche che non si sono fatte attendere, anche da voci non distanti dal Carroccio. “Fontana deve aspettare Salvini per firmare il decreto? Chi è il governatore? I casi sono due: se passa il coprifuoco Salvini dovrebbe dimettersi, se non passa si dovrebbe dimettere Fontana. Vediamo un po’, sono curioso“, ha scritto su Twitter l’ex presidente del Consiglio regionale, Davide Boni. Che dalla Lega (Nord) è fuoriuscito nel 2018 per dare vita a Grande Nord.
Il ‘Corriere della Sera’ racconta anche di un Salvini molto severo con Fontana in videoconferenza. “Voglio una sferzata di metà mandato — avrebbe tuonato —. Il governo respinge tutte le nostre richieste e a noi tocca portare la croce, imponendo misure impopolari che fanno infuriare i cittadini?“. Parole in un certo senso sposate anche da Giorgia Meloni, che alla stampa aveva espressamente parlato di Fratelli d’Italia come di un partito che “non vuole essere considerato corresponsabile” di un certo numero di misure dell’esecutivo.
L’ordinanza del coprifuoco in Lombardia dovrebbe arrivare in ogni caso, magari in ritardo di qualche ora. Per entrare in vigore serve la firma del ministro della Salute, Roberto Speranza, che potrà procedere dopo il via libera di Fontana. La situazione lombarda costituisce peraltro un potenziale “modello” anche per gli altri. Sono infatti diverse le Regioni che, con il coordinamento del ministro Boccia, potrebbero prendere decisioni simili con il trascorrere dei giorni.
Nel frattempo Milano aspetta. La città vive una situazione che il virologo Fabrizio Pregliasco ha definito “esplosiva“, con il capoluogo che è divenuto il “malato grave” della nascente seconda ondata. In tutti gli ospedali della Regione i posti letto occupati sono triplicati in otto giorni, con 132 nuovi ricoverati in reparti Covid nelle ultime 24 ore. Numeri che rendono necessario prendere una decisione sul coprifuoco nel minor tempo possibile.
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