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A margine dell’inaugurazione del nuovo collegamento elettrico fra Capri e la terraferma, Giuseppe Conte ha risposto alle domande dei giornalisti in merito al rischio di un nuovo lockdown nel periodo di Natale. E il Premier ha ribadito che le disposizioni governative mirano proprio ad evitare il più possibile soluzioni tanto radicali. Specie in concomitanza con il periodo delle feste.
Cosa succederà a Natale? La risposta di Conte
“La curva continua lentamente ma costantemente a crescere. Ed è per questo che abbiamo optato per misure più restrittive. Non ci ha fatto assolutamente piacere adottarle. È una situazione che non può non preoccuparci, ma deve spingerci ancor più a rispettare le regole“, è stato il monito di Conte.
Il presidente del Consiglio ha quindi spiegato che ciò che si verificherà nelle prossime settimane sarà fortissimamente legato alle risposte della cittadinanza. “Non posso fare previsioni per Natale, ma dipenderà molto da quale sarà il comportamento di tutta la comunità nazionale. Qui vinciamo tutti o perdiamo tutti. Non potete pensare che sia il governo da solo a risolvere tutti i problemi. Nella prima ondata ho dato merito ai cittadini di aver affrontato il periodo con responsabilità. Ora dobbiamo tornare a farlo e senza polemiche sterili“, ha infatti spiegato il presidente Conte.
Campania e non solo: il monito alla cittadinanza
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Il Premier si è quindi soffermato sui numeri in crescita dei contagi in Campania. E da Capri da un lato ha tranquillizzato la cittadinanza locale, dall’altro ha rinnovato l’appello alla responsabilità. “All’inizio, non essendo pronti alla pandemia, abbiamo rafforzato in modo concreto il sistema sanitario nazionale, numeri alla mano – ha ricordato Conte –. Adesso abbiamo ancora delle attrezzature respiratorie che possiamo distribuire alla Campania, se ve ne fosse bisogno. Manderemo anche del personale medico in più che ci è stato richiesto. Noi siamo predisposti“.
Quindi il messaggio di Conte alla popolazione italiana: “Ma non possiamo creare terapie intensive nella prospettiva di una pandemia che possa riesplodere se non si parte dal presupposto di rispettare le regole. Se non le rispettiamo, non ci saranno numeri né terapie intensive che tengano“.