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Giuseppe Conte inquadra il prossimo futuro dell’Italia in vista dell’autunno e in riferimento all’emergenza Coronavirus. E dai banchi del Senato parla in maniera tanto chiara quanto grave e solenne: “Il Coronavirus continua a circolare, pertanto la proroga dello stato di emergenza è inevitabile. L’indirizzo prevede che lo stato di emergenza perduri fino al mese di ottobre“.
Stato di emergenza fino a ottobre: ecco perché
Il motivo, spiega il premier, è quello di contenere un’emergenza che ancora l’Italia non può dire a se stessa di essersi messa alle spalle. “La proroga dello stato di emergenza è necessaria per assicurare la continuità operativa di coloro che svolgono attività di assistenza e sostegno. E tutti coloro che subiscono gli effetti diretti e indiretti della pandemia. Che si è sì fortemente ridimensionata, ma non si è esaurita“, afferma Conte.
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“La mia presenza qui dimostra la massima disponibilità del governo a interloquire col Parlamento e tenere conto delle indicazioni delle Camere con riferimento alla scelta di proroga” dello stato di emergenza. “Stamane in Consiglio dei ministri abbiamo inserito una mera informativa. Non abbiamo assunto nessuna decisione – ci tiene a chiarire Conte –. Dopo aver esaminato tutte le indicazioni e i pareri, incluso uno dell’Avvocatura dello Stato, è emerso l’indirizzo di limitarne l’estensione temporale al prossimo mese di ottobre“.
Conte: appello a maggioranza e opposizione
Il Presidente del Consiglio invita quindi l’intero emiciclo a restare compatto per il bene del Paese. “Mi rivolgo alle forze di maggioranza ma anche di opposizione, perché su questi temi non si deve ragionare su schieramenti precostituiti o logiche oppositive – è l’appello di Conte –. Resto fiducioso sul fatto che in questa Aula possa maturarsi una convergente valutazione positiva su questo passaggio. Che è decisivo, e dal quali dipenderanno rilevanti conseguenze per l’intera comunità nazionale. Occorrono consapevolezza e piena assunzione di responsabilità“.
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Conte è poi chiaro su un punto: quello di una condivisione che il governo farà con il Parlamento prima di prendere una decisione tanto delicata. Che avverrà non più tramite Dpcm, ma tramite il lavoro delle Camere. “Quest’accusa si fonda su un evidente equivoco – evidenzia Conte –. La proroga dello stato di emergenza sui poteri del presidente del Consiglio di emanare decreti. Il potere di emanare Dpcm è al momento correlato alla data del 31 luglio. Non perché ci sia una formale connessione tra Dpcm e stato di emergenza, ma perché questo prevede la norma di rango primario legittimante. La dichiarazione dello stato di emergenza è un presupposto di fatto, ma non potrebbe in alcun modo legittimare l’adozione di Dpcm se non fosse affiancata da una fonte di rango primario“.
La situazione dell’Italia e quella internazionale
Conte rileva quindi che il Comitato Tecnico Scientifico ha evidenziato “una situazione internazionale preoccupante, anche presso Stati vicini come Francia, Spagna e Paesi balcanici“. “Ciò che accade nei Paesi che ci circondano richiede da parte nostra un’attenta vigilanza. Vogliamo garantire continuità operativa agli organismi che stanno operando per un graduale ritorno alla normalità“, aggiunge.
“La dichiarazione dello stato di emergenza è prevista dal codice di Protezione civile. Queste previsioni sono state messe al vaglio dalla Corte Costituzionale, che le ha valutate legittime. Da parte del governo non ci sono le intenzioni di drammatizzare o alimentare paure ingiustificate nella popolazione. Questa proroga non è riconducibile a generare uno stato di allarme, ma a mantenere efficienti le misure e iniziative che rendono l’Italia ben più sicura di altre realtà. A beneficio dei cittadini, e dei turisti che volessero visitarla“, conclude Conte.