C’è un altro nodo nei rapporti tra Pd e M5S, che potrebbe avere un peso specifico non indifferente sulla tenuta del governo. E al Premier Giuseppe Conte spetta il compito di districarlo. Riguarda uno dei passaggi più complicati del Decreto Semplificazioni, con il Presidente del Consiglio che si sarebbe visto nella necessità di venire incontro all’importante alleato. E così ogni possibilità di condono edilizio sarà stralciata.
Era uno dei punti della strategia governativa su cui il Pd era più profondamente in disaccordo. Tra chi aveva espresso in maniera più cristallina la propria opinione c’è il ministro Dario Franceschini. “Dal testo deve sparire ogni forma di condono“, aveva sottolineato. E Conte ha deciso di discutere dell’argomento in una tavola rotonda con tutte le componenti della maggioranza, tenutasi alle otto e mezza di ieri sera.
I più critici, insieme al Pd, sono stati Italia Viva e Leu. Ma a denunciare la presenza del condono nel dispositivo del decreto sono stati i Verdi. Presenti anche i ministri Gualtieri e Dadone e il sottosegretario Fraccaro, oltre a un Bonafede che secondo il ‘Corriere della Sera’ è stato descritto come “silente” dagli alleati. A rompere gli indugi è stato quindi Roberto Speranza: “Questo testo proprio non va. In sostanza dà ai Comuni il potere di sanare gli abusi con varianti edilizie. E poi, cosa c’entra con le semplificazioni?“.
Le varie anime del governo concordano sulla necessità di velocizzare le procedure, anche per dare rassicurazioni all’Europa nell’ottica del Recovery Fund e degli aiuti che dovrebbero arrivare all’Italia. Si sottolinea però la necessità di operare in discontinuità con le proposte figlie della precedente esperienza di governo con la Lega. E il ricorso al condono edilizio è una delle più contestate.
Conte ha provato a mediare il più possibile, allargando il tavolo ad ulteriori esponenti della maggioranza. C’erano quindi Davide Faraone per Italia Viva, Cecilia Guerra per Leu, Loredana De Petris per il gruppo Misto. Per il Pd presenti infine Marianna Madia e il vicesegretario Andrea Orlando, tra i più convinti a sposare il secco “no” di Speranza. E così si è giunti allo stralcio del condono edilizio.
Ora è necessario programmare i prossimi passi, tanto più che Conte si è soffermato con Angela Merkel in una telefonata di 45 minuti che ha definito “molto costruttiva”. Si va verso il semestre di presidenza tedesca in Europa e c’è da mettere nero su bianco l’applicazione del programma Next Generation Eu. L’Italia sarà chiamata a muoversi velocemente sul piano delle riforme e della modernizzazione, dando risposte a Bruxelles e soprattutto a se stessa. Tra queste non ci sarà il ricorso al condono.
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