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POLITICA

Chi è Jean-Luc Mélenchon, leader del Nuovo Fronte che ha vinto in Francia

Il protagonista delle elezioni francesi è senz’altro lui: Jean-Luc Mélenchon. Ecco chi è il vincitore a sorpresa delle ultime legislative

Con grandissima sorpresa, il secondo turno delle elezioni legislative francesi ha visto come vincitore il Nuovo Fronte Popolare guidato da Jean-Luc Mélenchon. L’alleanza di sinistra, formatasi per contrastare l’avanzata del Rassemblement National di Marine Le Pen e Jordan Bardella e dei suoi alleati, è riuscita nel suo intento, arrivando ad avere addirittura il maggior numero di seggi alla prossima Assemblée Nationale. Una vittoria forse insperata, ma alquanto gratificante soprattutto per il leader del Nuovo Fronte Jean-Luc Mélenchon. Vediamo tutto ciò che c’è da sapere sul capo del nuovo primo partito di Francia.

Tutto ciò che c’è da sapere su Jean-Luc Mélenchon

Come abbiamo detto, il Nuovo Fronte Popolare ha ottenuto il maggior numero di seggi nella prossima Assemblée Nationale, composta da 577 deputati. Il NFP avrà 182 rappresentanti, secondo i dati definitivi delle elezioni diffusi dal Ministero dell’Interno. La coalizione centrista a sostegno del presidente Emmanuel Macron, Ensemble, ha conquistato 168 seggi, mentre il Rassemblement National di Marine Le Pen, in alleanza con una parte dei Republicains guidati dal presidente del partito Eric Ciotti, è terzo con 143 deputati eletti. Secondo i calcoli del quotidiano Le Monde, all’interno del Nouveau Front Populaire, La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon è la componente più rappresentata con 74 eletti, ai quali si aggiungono 3 “dissidenti” del partito. Il Partito Socialista avrà 59 deputati, gli Ecologisti 28, il Partito Comunista 9 e Generations 5.

Elezioni in Francia | Pixabay @AnamarijaMrkic – Newsby

La vittoria della sinistra è stata sorprendente e festeggiata da molti sostenitori in queste ore in tutto il Paese. Tuttavia, l’assenza di una maggioranza assoluta all’Assemblée Nationale lascia la Francia in attesa, con i prossimi giorni che saranno decisivi per la formazione del governo. Macron, per ora, rimane in silenzio e prende tempo. Il suo entourage fa sapere che “il presidente prenderà le sue decisioni una volta che la composizione dell’Assemblea sarà definita”. Il primo ministro Gabriel Attal presenterà le sue dimissioni domani, rimanendo a Matignon solo per la gestione degli affari correnti.

Le dichiarazioni dei leader delle forze che si sono opposte alla presa del potere dell’estrema destra hanno, però, posizioni nettamente diverse riguardo la formazione del governo. Jean-Luc Mélenchon ha escluso la possibilità di creare una coalizione di governo con i centristi di Macron, affermando: “La volontà del popolo deve essere rigorosamente rispettata. Nessun accordo sarebbe accettabile. La sconfitta di Macron e della sua coalizione è chiaramente confermata. Il presidente deve riconoscere la sua sconfitta e chiedere al Nuovo Fronte Popolare di governare”. Tuttavia, le componenti più moderate della sinistra sono più propense al dialogo con i macronisti. Il leader socialista Olivier Faure ha dichiarato: “Una coalizione è necessaria. Il Nuovo Fronte Popolare deve assumersi la responsabilità di questa nuova fase della nostra storia”. Un messaggio simile è stato espresso dal leader della sinistra moderata, Raphael Glucksmann: “Abbiamo fermato la destra, ma ora dobbiamo comportarci con maturità”.

Ma chi è e qual è la storia del vincitore delle elezioni, Jean-Luc Mélenchon? Ecco tutto ciò che c’è da sapere a riguardo.

Chi è Jean-Luc Mélenchon: la sua storia politica

Jean-Luc Mélenchon è nato a Tangeri, in Marocco, nel 1951, in una famiglia di pieds-noirs. Suo padre era un impiegato delle poste e sua madre insegnava. All’età di 11 anni, dopo il divorzio dei genitori, Mélenchon si trasferisce in Francia. La sua passione per la politica si manifesta già negli anni del liceo e lo accompagnerà per tutta la vita. Nel 1969, si trasferisce a Besançon per studiare Filosofia, in un periodo caratterizzato dalle agitazioni studentesche. Durante questi anni, Mélenchon si distingue come attivista della sinistra rivoluzionaria universitaria, aderendo all’Unef, il sindacato studentesco protagonista del Maggio ’68, e successivamente all’Oci (Organisation communiste internationaliste), un gruppo trotskista guidato da Pierre Lambert. Prima di entrare in politica, Mélenchon ha svolto vari lavori, tra cui correttore di bozze, benzinaio, insegnante di francese e giornalista, esperienze che hanno influenzato profondamente la sua visione politica e sociale.

La storia politica

Inizia la sua carriera politica nel Partito Socialista nel 1976, diventando un protetto del due volte presidente della Repubblica François Mitterrand, a cui resterà strettamente legato fino alla morte di quest’ultimo. Nel 1986, a 37 anni, diventa senatore per la prima volta e continua a ricoprire ruoli di rilievo, tra cui quello di ministro delegato all’Insegnamento dal 2000 al 2002. Tuttavia, la sua permanenza nel partito è segnata da forti conflitti interni. Mélenchon mantiene le sue posizioni radicali, scontrandosi con i più moderati François Hollande e Ségolène Royal. La rottura con i socialisti avviene nel 2009, quando Mélenchon fonda il Parti de Gauche (Partito di Sinistra).

Melénchon | EPA/ANDRE PAIN – Newsby

Nel 2012 si candida alle elezioni presidenziali, ottenendo l’11% dei voti e piazzandosi al quarto posto nella corsa all’Eliseo. Cinque anni dopo, nel 2017, ci riprova con il movimento La France insoumise (La Francia indomita), creato appositamente per sostenere la sua candidatura. Anche in questa occasione raggiunge il quarto posto, ma con un 19,5%. Grazie al grande sostegno dei giovani sotto i 35 anni, attratti dalle sue proposte su pensioni, salario minimo e tasse, Mélenchon sfiora uno storico ballottaggio nel 2022, ottenendo il 21,9%, poco più di un punto percentuale in meno rispetto a Marine Le Pen, che raggiunge il 23,4%.

Il pensiero politico e le controversie

Conosciuto per la sua retorica appassionata e le posizioni antiestablishment, Jean-Luc Mélenchon promuove un programma politico che include una critica severa all’Unione Europea, l’uscita dalla NATO e politiche economiche di ispirazione socialista. Tra le sue proposte vi sono una tassazione progressiva fino al 90% sui redditi più alti e una riforma costituzionale per istituire una “Sesta Repubblica” di tipo parlamentare. Mélenchon è anche noto per il suo interesse nelle nuove tecnologie e nella cultura popolare. Partecipa attivamente a fiere di videogiochi e fumetti, oltre che a mostre d’arte contemporanea, guadagnandosi così il sostegno dei giovani. Nel 2017, ha innovato la campagna elettorale utilizzando ologrammi per tenere comizi simultanei in diverse città. Filosofo e appassionato di letteratura, ha scritto più di dieci libri, principalmente saggi filosofici sulla condizione umana e sulla sua visione politica.

La sua carriera non è priva di controversie e scontri con la legge. Nel 2018, durante una perquisizione della polizia nella sede di La France insoumise, Mélenchon reagì con veemenza contro gli agenti, urlando “La République, c’est moi!” (La Repubblica sono io). La situazione sfociò quasi in una rissa, e questo scatto d’ira gli costò una condanna a tre mesi di detenzione, una multa di 8.000 euro e la sospensione dalla Massoneria, di cui era membro dal 1983.

Federico Liberi

Sono laureando in Psicologia dei processi sociali all’Università di Roma “La Sapienza”. La mia più grande passione insieme alla scrittura è il calcio, ma mi piace rimanere informato sullo sport a 360 gradi oltre che sull’attualità e la politica. Nel 2020 è stato pubblicato su Amazon un mio saggio sulla Programmazione Neuro-Linguistica

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