Se in vista delle elezioni il Pd ha deciso di stringere un’alleanza con Carlo Calenda, il clima nell’area del centrosinistra continua a essere decisamente agitato. Se infatti il leader di Azione ha di fatto escluso dalla coalizione Sinistra italiana ed Europa verde, anche da parte di Luigi Di Maio arrivano delle proteste. Senza dimenticare Matteo Renzi, che era e resta lontano dall’ipotesi di un’alleanza.
Chi aveva provato a rilanciarla erano state proprio Ev e Si, il cui ulteriore incontro con Enrico Letta previsto per mercoledì è alla fine saltato. La richiesta era quella di “una rinegoziazione” per un “profilo programmatico che parli al popolo del centrosinistra” con lo scopo di ricreare “le condizioni per un accordo“. A sbarrare le porte, però, è stato non il Pd ma proprio Calenda. “Non c’è alcuna disponibilità da parte di Azione a farlo. L’agenda Draghi è il perno di quel patto e tale rimarrà. Fine della questione“, aveva affermato.
Proprio l’alleanza di sinistra è stata la prima a protestare, parlando di “un profondo disagio nel Paese e in particolare nel complesso dell’elettorato di centrosinistra“. Ma anche Di Maio, in serata, ha esposto chiaramente tutte le proprie perplessità. “Impegno civico pretende rispetto e parità di trattamento. Altrimenti viene meno il principio fondante di una coalizione“, ha avvisato il transfugo del M5s. E anche all‘interno dello stesso Pd, ora, cresce una certa inquietudine.
“Sono cambiate le condizioni su cui si è lavorato in questi giorni“, si è lamentato un dirigente dem citato da Ansa e rimasto anonimo. Tra chi invece si sta impegnando a tenere i ranghi del centrosinistra uniti spicca l’ex segretario Nicola Zingaretti. “È importante fare di tutto affinché tutta la sinistra e gli ambientalisti siano uniti in questo obiettivo. È importante anche da parte nostra dare dei segnali chiari e sono certo che questa è la strada che si seguirà“, ha affermato. Ma ormai l’impressione è che il peso di Carlo Calenda nella coalizione sia divenuto troppo importante per tornare indietro.
“Politiche di bilancio, termovalorizzatori e due leader, Letta per la sinistra e io per il centro“, è infatti il patto che lo stesso Calenda ha esposto ai microfoni di Sky. “Letta l’ha firmato. Se Fratoianni non ci si trova chiarisca prima di fare la coalizione. Il mio interlocutore è Enrico Letta“, ha aggiunto. “L’accordo con Calenda, con quel profilo programmatico non parla più al popolo di centrosinistra“, ha commentato il verde Bonelli. Sembra allontanarsi dalla coalizione anche Di Maio, che alla fine potrebbe anche correre da solo. Come Matteo Renzi e i suoi candidati di Italia Viva, soprattutto per i cattivi rapporti con Emma Bonino e +Europa. “Abbiamo parlato, ma per due minuti e 40 secondi“, ha rivelato l’ex Premier riferendosi a Letta. E stavolta c’è poco da stare sereni…
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