Matteo Salvini si presenta da imputato davanti al gup di Catania per rispondere dell’accusa di sequestro di persona aggravato per il caso Gregoretti. Mentre in una città etnea blindata la Lega raduna alleati e leader (di tutto il centrodestra), il segretario si presenterà alla prima tappa di un procedimento che potrebbe portare al processo oppure all’archiviazione della richiesta di rinvio a giudizio. La decisione spetterà al giudice per l’udienza preliminare, Nunzio Sarpietro, capo dell’ufficio della città siciliana. Il procedimento riguarda la vicenda della Nave Gregoretti (luglio 2019) ed è il primo che arriva davanti a un gup riguardante l’ex ministro dell’Interno.
Il 12 febbraio del 2020 l’aula del Senato votò a favore del processo per il leader della Lega, con il Carroccio che non si espresse dopo aver provocatoriamente sostenuto l’autorizzazione a procedere in Giunta tre settimane prima.
Il motivo per cui Salvini è accusato per sequestro di persona
Salvini, per cui la procura di Catania aveva chiesto l’archiviazione, è imputato per sequestro di persona. Da ministro dell’Interno avrebbe “privato della libertà personale i 131 migranti bloccati a bordo della Gregoretti dalle 00:35 del 27 luglio 2019 fino al pomeriggio del 31 luglio”. Giorno in cui la nave della Guardia costiera italiana è giunta l’autorizzazione allo sbarco nel porto di Augusta, in provincia di Siracusa. Reato aggravato dall’essere un pubblico ufficiale (quindi “abusando dei poteri”) e perché commesso anche ai danni di minorenni. Nella sua memoria difensiva di 50 pagine sostiene che “non si è verificata alcuna illecita privazione della libertà personale, in attesa dell’organizzazione del trasferimento” dei migranti alla “destinazione finale”. Questo perché Salvini avrebbe agito nell’interesse dell’Italia, perché a bordo c’erano due scafisti, e le persone a bordo sono rimaste sulla nave senza pericoli e con la massima assistenza.
La Procura di Catania nella richiesta di archiviazione aveva scritto che “l’attesa di tre giorni non può considerarsi una illegittima privazione della ‘libertà”. Tesi non condivisa dal Tribunale dei ministri che ha contestato a Salvini anche di avere “determinato consapevolmente l’illegittima privazione della libertà personale” dei migranti “costretti a rimanere in condizioni psicofisiche critiche” su sulla nave.
Le possibili conclusioni dell’udienza preliminare
L’udienza (nella quale solo all’ultimo Salvini potrebbe decidere di fare dichiarazioni spontanee) si svolge a porte chiuse in un palazzo di giustizia blindato. In aula l’unica famiglia di migranti arrivata con la Gregoretti e rimasta in Sicilia (i nigeriani Jafra e Aishat Saha e i loro tre figli) si costituisce parte civile con l’avvocato Massimo Ferrante. Ci proveranno anche molte associazioni. A rappresentare l’accusa ci sarà il sostituto Andrea Bonomo e non il procuratore Carmelo Zuccaro.
Adesso, dunque, il gup deciderà se prosciogliere o disporre il processo che, eventualmente, si terrebbe davanti al Tribunale di Catania, col rito ordinario e con tre gradi di giudizio. Durante l’udienza la Procura ha chiesto per l’ex ministro dell’Interno il proscioglimento, come già fatto nella prima fase del procedimento.