Il ministro era accusato di sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio per aver impedito lo sbarco di 147 migranti soccorsi dalla nave della ONG spagnola
Oggi, venerdì 20 dicembre, i giudici del tribunale di Palermo hanno dichiarato Matteo Salvini, il leader della Lega e attuale ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, non colpevole per il caso Open Arms, che ha tenuto banco per oltre tre anni. Salvini era accusato di sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio per aver impedito lo sbarco di 147 migranti soccorsi dalla nave della ONG spagnola Open Arms nel mese di agosto del 2019. L’accusa aveva chiesto per lui una pena di sei anni di reclusione.
La vicenda risale all’estate del 2019, durante il governo Conte, quando la Open Arms si trovava in mare con un gruppo di migranti a bordo. La nave aveva soccorso 124 migranti in acque internazionali il 1° agosto e aveva subito chiesto un porto sicuro per lo sbarco, richiesta che fu negata sia dall’Italia che da Malta. Dopo diverse settimane di attesa e tensioni crescenti, il 20 agosto l’allora procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, salì a bordo della nave e ordinò lo sbarco immediato dei migranti. Tuttavia, Salvini, che all’epoca ricopriva il ruolo di ministro dell’Interno, si oppose a tale decisione, portando alla sua iscrizione nel registro degli indagati da parte della procura di Agrigento.
Oggi, nell’aula bunker del carcere Pagliarelli, Salvini era apparso determinato e ha dichiarato ai giornalisti di essere orgoglioso delle sue azioni, sottolineando che rifarebbe tutto ciò che ha fatto per proteggere i confini italiani. “Qualunque sia la sentenza, per me oggi è una bella giornata perché sono fiero di aver difeso il mio Paese”, aveva affermato. Inoltre, aveva chiarito che non si sarebbe dimesso nemmeno in caso di condanna.
In aula, erano presenti anche le 27 parti civili che si erano costituite contro Salvini, composte da singoli naufraghi e organizzazioni non governative, che avevano richiesto complessivamente oltre un milione di euro di risarcimento per danni. Tra i presenti anche Oscar Camps, fondatore di Open Arms, che ha seguito da vicino l’intero processo.
Il contesto politico in cui si è svolto questo processo è altamente polarizzato. Da una parte c’erano i sostenitori di Salvini, che vedevano nella sua condotta un atto di difesa dei confini italiani contro l’immigrazione irregolare; dall’altra, i critici che lo accusavano di violare i diritti umani e di mettere in pericolo la vita di migranti in difficoltà. Il vicesegretario della Lega, Andrea Crippa, aveva dichiarato che un’eventuale condanna avrebbe rappresentato un attacco non solo a Salvini, ma anche a tutto il popolo italiano e al governo eletto dai cittadini.
Oltre ai membri della Lega presenti in aula, anche figure di spicco a livello internazionale, come l’imprenditore Elon Musk, hanno espresso solidarietà a Salvini. Musk, attraverso i social media, ha definito “una follia” il fatto che un ministro sia processato per aver difeso l’Italia. Questo tipo di sostegno ha creato un’ulteriore risonanza attorno al caso, attirando l’attenzione non solo nazionale ma anche internazionale.
La vicenda Open Arms è diventata un simbolo delle politiche sui migranti in Europa e delle tensioni tra le istituzioni nazionali e internazionali riguardo alla gestione delle crisi umanitarie. La decisione di oggi non influisce solo su Salvini, ma rappresenta anche un test cruciale per l’atteggiamento del governo italiano riguardo all’immigrazione e per le future politiche di accoglienza.
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