Caos procure, Palamara annuncia ricorso alla Corte europea

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“Porto e porterò sempre la toga nel cuore. Metterò i principi cui mi sono sempre ispirato a disposizione della collettività e oggi ho aderito alle battaglie del Partito Radicale per una giustizia giusta. E sì, penso di aver pagato per tutti”. Così Luca Palamara, espulso dall’Associazione nazionale magistrati nel giugno scorso per gravi violazioni del codice etico (una decisione confermata il 19 settembre). L’ex magistrato ha parlato ai cronisti a margine di una conferenza stampa tenuta nella sede dei Radicali a Roma.

Palamara: “Avanti nella battaglia, ricorro alla Corte europea dei diritti dell’uomo”

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L’ormai ex pm non vuole arrendersi alla decisione dell’Anm e annuncia il prosieguo della sua battaglia in sede internazionale. “Andrò avanti con il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo – ha detto Palamara -. La magistratura è un bene primario. Spero che tutti i fatti saranno chiariti. Io metto a disposizione il mio impegno di questi 23 anni nella magistratura e di 15 nelle funzioni rappresentative. Le sentenze si rispettano, poi si valuteranno le critiche alla sentenza“.

“Mai barattato il ruolo per favori ai politici”

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Palamara, durante la conferenza stampa, aveva già preannunciato il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo contro la decisione dell’Anm. In più, ha nuovamente rigettato con vigore ogni accusa espressa negli ultimi mesi nei suoi confronti. “Non ho mai barattato la mia funzione per fare un favore al politico di turno – ha detto -. Sono consapevole che oggi sto pagando per tutti”.

Lo scandalo che ha coinvolto Palamara risale al 2019. Il pm romano, sospeso dopo l’inizio dell’inchiesta della procura di Perugia sul ‘mercato’ delle nomine degli uffici direttivi, è stato poi definitivamente espulso dall’Associazione magistrati per corruzione. La decisione finale era arrivata lo scorso 19 settembre, con il ‘parlamentino’ dei giudici che ha respinto il ricorso dell’ex pm romano, che in tale occasione aveva ricevuto un solo voto a favore del reintegro nei ranghi.

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