A margine di un appuntamento a Cinisello Balsamo, nel Milanese, Carlo Calenda, il leader di Azione, ha commentato la presenza dei quattro candidati in corsa alla segreteria dem alla chiusura della campagna elettorale di Pierfrancesco Majorino in Lombardia e non a quella di Alessio D’Amato nel Lazio, dove Terzo Polo e Pd corrono insieme. “Il Pd preferisce sempre andare con i 5 Stelle, è la loro maledizione, anche dove i 5 Stelle non contano niente. Il voto a Majorino è pericoloso – ha aggiunto -. Perché portarsi dietro i 5 Stelle vuol dire non riuscire a fare nulla e, nonostante questo, i candidati del Pd corrono tutti dai 5 Stelle, come lo faranno dopo l’elezione del segretario. E sarà la morte del Pd“.
Calenda ha poi parlato dei candidati alla segreteria del Partito Democratico, sottolineando che Azione ha molte più cose in comune con Stefano Bonaccini che con Elly Schlein. “Il problema è che loro hanno metà Pd che vuole venire con noi e metà che si vuole alleare con i 5 Stelle“. A chi gli chiedeva se Bonaccini possa limitare lo spazio di espansione elettorale del Terzo Polo, Calenda ha risposto: “No, io non credo proprio. Penso che il nostro elettorato sia molto diverso da quello che è rimasto nel Pd. Purtroppo, perché io non mi sono mai augurato la fine del Pd, lì dentro c’è una frattura insanabile“.
“È stata una campagna elettorale tosta, perché non è sentita dagli italiani, è come se fosse di troppo. Però c’è un tema: le Regioni sono importanti, perché gestiscono la sanità e la sanità oggi è la principale emergenza italiana“, ha affermato Calenda. “Secondo me il voto a Letizia Moratti tira la volata a una Regione ben amministrata e se noi continuiamo a ragionare su ‘non voglio che vincano gli altri’, facciamo vincere gli altri, chiunque essi siano e in più governano pure male – ha aggiunto -. Come si dice a Napoli: cornuti e mazziati“.
Il candidato di Pd e M5S alla presidenza di Regione Lombardia, Pierfrancesco Majorino, ha annunciato che, in caso di vittoria, terrà per sé la delega alla sanità: “È una cavolata, perché non è un tuttologo, quindi io fossi un Majorino prenderei un tecnico che si occupi di sanità“, ha commentato Calenda. A chi suggeriva il nome del virologo Fabrizio Pregliasco, Calenda ha risposto ironicamente: “Non lo so. Mo’ gli devo fare pure un’ipotetica squadra? Siccome perde non si porrà il problema“.
Calenda ha poi commentato decisione del ministro della Giustizia Carlo Nordio di non revocare il regime di carcere duro per l’anarchico Alfredo Cospito. “Cospito resta al 41bis se così sono le evidenze tecniche su cui Nordio ha preso la decisione. Do per scontato che sia giusto così, anche perché Nordio ha sempre detto di essere un garantista, quindi immagino che lo abbia fatto a ragion veduta. Per quanto concerne Delmastro rimane il punto: in questo momento dovrebbe essere a casa” ha concluso.
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