Al termine del tavolo a palazzo Chigi sull’alluvione, Stefano Bonaccini, il presidente della Regione Emilia Romagna, ha parlato con i giornalisti di quanto emerso. “Noi abbiamo presentato una quantificazione complessiva, tra danni pubblici e privati, strutture, infrastrutture che sarà attorno ai 9 miliardi di euro. Ma il tema di oggi, il governo e in particolare Musumeci avevano chiesto che portassimo la parte più necessaria per arrivare entro l’autunno a sistemare ciò che se non sistemato un evento ordinario rischierebbe di trasformare in straordinario“, ha spiegato. “Sulle infrastrutture in particolare, strade comunali e provinciali, perché delle statali si occupa il ministero, più L’intervento sulle sponde arginali – ha aggiunto – noi stimiamo attorno a 1,8 mld, euro più euro meno. Questa è la parte più emergenziale che abbiamo. Il governo vuole vedere quello che abbiamo consegnato rispetto alle priorità che indichiamo. Quelle risorse oggi non ci sono: non vanno confuse con i circa 2 mld indicati, che prevedevano per esempio gli ammortizzatori sociali“.
“Sul commissario, non ne abbiamo praticamente parlato” con il governo ma “è un punto che non ci vede coincidenti sulla valutazione“, ha sottolineato Bonaccini. “Noi pensiamo sia utile nominare prima possibile una struttura commissariale e un commissario, per tenere insieme emergenza e ricostruzione, ma il governo su questo ha un punto di vista diverso. Lo rispetto, ma mi auguro si possa arrivare a una coincidenza, anche perché, forte dell’esperienza maturata col terremoto, pensiamo sarebbe un elemento di velocità e vantaggio. Ma, ripeto, ora la priorità sono quelle risorse indicate“, ovvero 1,8 miliardi da stanziare subito per rimettere in sesto strade e argini.
Oltre a Bonaccini, anche Michele De Pascale, il sindaco di Ravenna, ha rilasciato delle dichiarazioni. “C’è un problema, perché fra poco, se non ci saranno i poteri speciali del commissario straordinario si rischia di bloccare la messa in sicurezza del territorio. Questo necessita anche di risorse, quelle del decreto non vanno a rifare le strade che collegano i centri isolati e a rifare gli argini crollati: li stiamo anticipando noi, Comuni, Province e Regione. Stiamo parlando di anticipi di più della metà del miliardo e 800 milioni che stiamo chiedendo. È evidente che sulla nomina del commissario c’è una divergenza di vedute fra noi e il governo – ha aggiunto -. Per il territorio questa è un’esigenza immediata che va di pari passo con lo stanziamento di risorse, ed è chiaro che un commissario straordinario senza risorse non potrebbe fare nulla“.
Il governo ha “redarguito” gli enti locali dell’Emilia Romagna per dei cantieri “di somma urgenza” aperti senza “aver concordato” con l’esecutivo. Lo ha raccontato il sindaco di Cesena Enzo Lattuca dopo il tavolo sull’alluvione a Palazzo Chigi. “Tali interventi non si concordano prima, si effettuano perché improcrastinabili per frane e argini rotti. Si fa un debito fuori bilancio – ha spiegato -: senza avere nei bilanci quelle risorse, con una procedura veloce si incarica un’azienda di aprire una strada per portare medicinali, alimenti a chi è isolato, o portare in salvo. Era nostro dovere, le risorse che abbiamo speso vanno corrisposte“.
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