Il testamento di Berlusconi? Non sarebbe soltanto uno. Nelle ultime ore è tornata a far parlare di sé l’eredità del Cavaliere. Come mai? Merito, se così si può dire, di Marco Di Nunzio, imprenditore piemontese. L’uomo sostiene di essere tra gli eredi di Silvio, scomparso il 12 giugno 2023, e ha chiamato in causa anche la famiglia.
Il nome di Di Nunzio non è nuovo, anzi. In passato era già stato in qualche modo associato a Berlusconi. Nel 2013 provò a candidarsi alla presidenza della Regione Lombardia con la lista “Movimento Bunga Bunga”, esclusa dalla commissione della Corte d’appello di Milano per presunte irregolarità sulle firme. Ora è tornato alla carica, spiegando di essere stato amico del Cavaliere e di come Silvio l’avrebbe incluso tra i suoi eredi attraverso un testamento firmato in Colombia. Il documento di cui parla Di Nunzio è un testamento redatto il 21 settembre 2021 nel Paese sudamericano. Il testo è stato depositato e pubblicato dal 55enne presso uno studio notarile di Napoli lo scorso 3 ottobre e secondo l’avvocato Erich Grimaldi, che assiste Di Nunzio, “è divenuto valido a tutti gli effetti e dovrà essere ufficialmente considerato e inserito obbligatoriamente nella pratica successoria di Silvio Berlusconi“.
Sempre stando a quanto riferito dall’avvocato Grimaldi, il testamento sarebbe stato redatto nello studio del notaio Jimenez Najera Margarita Rosa, a Barrio Espinal, in Colombia, e apostillato dalla Cancelleria del ministero degli Esteri colombiano. L’imprenditore piemontese sostiene che, in virtù del loro rapporto, Berlusconi gli abbia lasciato: il 2% delle azioni Fininvest, 26 milioni di euro, tutte le azioni della società proprietaria delle ville ad Antigua, la nave “Principessa VaiVia” e anche le altre imbarcazioni. A seguito della pubblicazione del testamento, Di Nunzio, assistito dall’avvocato Grimaldi, ha formalizzato una diffida ai cinque figli di Berlusconi, chiedendo l’immediata immissione nel possesso dei beni.
Ora che il documento notarile sarebbe diventato valido, secondo l’avvocato, una volta avvenuta la notifica “i legati testamentari saranno, di certo, sottoposti al vaglio della famiglia del Cavaliere, del notaio Roveda e dello stesso Comitato direttivo della società Fininvest, in considerazione anche del 2% delle azioni della relativa società quotata in Borsa, assegnatogli da Berlusconi in sede testamentaria“.
In attesa di vedere come reagirà la famiglia di Berlusconi a queste richieste, vediamo nel dettaglio cosa ha lasciato il Cavaliere ai suoi figli e non solo, stando all’unico testamento ufficiale. La maggioranza di Fininvest è andata a Pier Silvio e Marina Berlusconi: nel testamento si legge che i due figli ricevono l’intera quota disponibile e raggiungono così insieme il 53% del gruppo con quote paritarie. Al fratello Paolo e alla compagna Marta Fascina è andato un lascito di 100 milioni e uno di 30 è finito all’amico Marcello Dell’Utri. I due figli maggiori di Silvio Berlusconi avuti dalla prima moglie, hanno preso anche il controllo della società che detiene Mfe Mediaset, Mondadori, Mediolanum, Monza Calcio e a loro va anche il 60% delle altre proprietà. L’ex leader di Forza Italia aveva già riportato delle sue intenzioni sul patrimonio e le divisioni agli eredi in uno dei documenti scritti a mano nel 2006. “Lascio la disponibile in parti uguali ai miei figli Marina e Pier Silvio. Lascio tutto il resto in parti eguali ai miei 5 figli Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi“.
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