Il conto alla rovescia è cominciato. La partita per l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica entra ufficialmente nel vivo. Lo dimostrano le acque agitate in Parlamento, dove deputati e senatori cercano un nome che possa unire il Paese e, soprattutto, riesca a traghettarlo fuori da un periodo storico complicato come quello attuale. Uno dei nomi nella short-list per il Quirinale è, per stessa ammissione del centrodestra, quello del quattro volte premier e presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi.
La sfida, però, è ardua. Innanzitutto, Berlusconi per salire al Colle ha bisogno di voti anche nelle compagini “avversarie”. Nonostante le parole della leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, infatti, la campagna quirinalizia dell’ex Cavaliere sembra ormai avviata. Come rivela il Corriere della Sera in un retroscena, il leader di Fi avrebbe infatti inviato a diversi parlamentari – perfino del Partito democratico – un opuscolo per promuovere la sua candidatura a Capo dello Stato.
Una scelta inedita, visto che storicamente chi aspirava al Quirinale tendeva a “nascondersi” e non a mostrarsi troppo. Principalmente per paura che il proprio nome fosse “bruciato” per dei giochi di Palazzo, come ha ricordato di recente anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Stando alla ricostruzione del Corriere, la campagna pubblicitaria di Berlusconi consiste in una monografia dal titolo ‘Io sono Forza Italia’, che ripercorre la sua carriera politica citando alcuni dei suoi interventi sul garantismo, liberalismo e cattolicesimo.
Secondo diversi osservatori, le prove generali sull’elezione del Presidente della Repubblica sono già in corso. Al Senato, infatti, la maggioranza che sostiene il Governo Draghi è andata sotto due volte, con il centrodestra e Italia Viva che hanno votato con Fdi. Per eleggere il Capo dello Stato servono però i voti dei due terzi dell’assemblea (o la maggioranza assoluta dopo il terzo scrutinio). Quindi per consolidare la sua posizione, a Berlusconi servono altre preferenze.
Che, inevitabilmente, vanno cercate anche nello schieramento opposto, ossia quello del centrosinistra e del Movimento 5 Stelle. Proprio ai 5 Stelle, suoi principali “nemici” in questi anni, Berlusconi sembra aver voluto tendere un ramoscello d’ulivo. E lo ha fatto pronunciando a sorpresa parole favorevoli sulla misura bandiera dei pentastellati: il Reddito di cittadinanza. Berlusconi ha di fatto aperto al sussidio, facendo però storcere il naso agli alleati Lega e Fdi, che invece sono fortemente critici sulla conferma del Rdc.
Ma questa apertura – tralasciando le acque agitate nel centrodestra – sembra aver già riscosso i primi successi. Ricevendo ad esempio il plauso di alcuni esponenti dei 5 Stelle, del Pd e della sinistra. Come quello del capogruppo M5S alla Camera, Davide Crippa; oppure della presidente dem della Commissione Lavoro, Romina Mura; o ancora quello di Nicola Fratoianni, leader di Sinistra italiana.
Insomma, la partita per il Quirinale è più intricata che mai. Quel che è certo, al momento, è bisogna trovare un nome per il Colle e bisogna trovarlo in fretta. Perché l’alternativa, caldeggiata da molti, è quella che l’attuale presidente del Consiglio, Mario Draghi, diventi il prossimo Capo dello Stato. Ma ciò significa far cadere il Governo di unità nazionale dei fondi europei e del Pnrr. E, dunque, il rischio di andare al voto anticipato. Un’altra, delicata, partita, a cui tanti rischiano di arrivare impreparati.
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