Berlusconi: “Gelmini? Parole contrarie a realtà. Sulla Lega…”

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Silvio Berlusconi è a Bruxelles, e inevitabilmente uno dei primi temi da lui affrontati riguarda l’equilibrio all’interno di Forza Italia. Ma l’ex presidente del Consiglio da un lato minimizza, dall’altro prende le distanze da Mariastella Gelmini.

Berlusconi e il caos dentro Forza Italia

Ma no, parliamo di problemi concreti e di cose serie. Io non so cosa è successo al ministro Gelmini nelle dichiarazioni di ieri, che sono anche assolutamente contrarie alla realtà – ha dichiarato Berlusconi, entrando al pre vertice del Partito popolare europeo (Ppe). Per esempio, per quanto riguarda i rapporti con i nostri ministri al Governo, c’è stata sempre una riunione dei tre ministri con i vertici di Forza Italia ogni settimana. Oggi i giornali hanno parlato di separazioni, tutte cose esagerate. Non c’è assolutamente nulla di cui io mi debba preoccupare“.

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E la vicinanza con la Lega di Matteo Salvini emerge da un successivo passaggio di Berlusconi. “La Lega ormai è molto lontana dal sovranismo – ha sostenuto il leader di Forza Italia –. Il percorso per arrivare nel Ppe è un percorso che prenderà del tempo. Io sto lavorando in questa direzione. Non c’è un no a questa possibilità da parte della Lega e dei suoi massimi dirigenti. C’è però un percorso di avvicinamento anche da parte degli altri leader del Ppe con cui ho iniziato il discorso a riguardo“.

Un messaggio all’Europa: “Noi lontani da estremismo”

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Sul tema Berlusconi ha anche voluto rassicurare il resto dell’Unione europea. “Ci deve essere assoluta tranquillità da parte dei leader europei – ha affermato – sul fatto che il centrodestra italiano è lontano da ogni estremismo e da ogni ritorno al passato. Nel centrodestra i valori, le idee fondanti sono quelle portate da Forza Italia. Che è stato il soggetto federatore nel centrodestra. Che ha imposto la carta dei valori scritta da noi, che deriva in gran parte da quella del Ppe che io sono stato incaricato di riscrivere nel 2006“.

Non si deve guardare a singole prese di posizione che molto spesso fanno parte di quella dialettica politica di propaganda che purtroppo ancora vige nella politica italiana (come l’appoggio a Polonia e Ungheria da parte di Meloni e Salvini, ndr). Io sono assolutamente sicuro che quelli che sono i nostri principi fondamentali siano condivisi fino in fondo dai nostri alleati“, ha aggiunto Berlusconi.

Berlusconi, il Governo e Draghi

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Al contempo, però, Berlusconi prende le distanze da chi (Salvini in primis) attacca esponenti dell’attuale esecutivo. “Io penso che il ministro Lamorgese sia un ministro di questo Governo, e che noi sosteniamo tutti convintamente questo Governo. Quindi, suggerisco sempre di astenersi da prese di contrasto con i singoli ministri“, ha ammonito Berlusconi.

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Berlusconi si è quindi soffermato sul sostegno al premier: “Draghi ha con me un rapporto antico e solidissimo. Sono stato io che, vincendo le obiezioni forti di un mio ministro, Giulio Tremonti, l’ho portato a governatore della Banca d’Italia. Sono stato io (a portarlo alla presidenza della Bce) vincendo le voglie della Germania, che attraverso la signora Merkel voleva presentare come presidente della Bce il presidente della Banca centrale tedesca. E quindi credo di avere partecipato in maniera pragmatica e concretissima alla sua carriera e alla sua esperienza. E sono ancora io che ho pensato a lui per un governo di coalizione. Che potesse mettere insieme destra e sinistra in Italia per superare l’emergenza del Covid“.

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C’è poi il tema del Quirinale. Con gli alleati “abbiamo confermato che l’importanza dei nostri numeri in Parlamento devono farci partecipi delle decisioni che verranno assunte per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Draghi sarebbe certamente un ottimo presidente della Repubblica. Mi domando se il suo ruolo attuale continuando nel tempo non porterebbe più vantaggi al nostro Paese“. E alla domanda sulla sua figura al Quirinale la sua risposta è stata: “Berlusconi lo vedo in forma, dopo un po’ di acciacchi dovuti al Covid. E non ha per il momento idea al riguardo“.

Un esercito europeo e il caso della Polonia

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Ma da Bruxelles è stato inevitabile affrontare anche temi internazionali. “Un punto molto importante è che l’Unione europea si avvii ad avere una politica estera unica, e anche delle forze militari unite – ha affermato Berlusconi –. Perché soltanto così l’UE, diventando anche protagonista militare sulla scena mondiale, potrebbe e potrà con gli Stati Uniti d’America, con la Federazione Russa, con l’Australia e con il Giappone, opporsi all’espansionismo cinese. Che in effetti dovrebbe preoccuparci tutti“.

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Evidentemente c’è ancora da trattare con la Polonia. Perché la Polonia ha sottoscritto un trattato, come tutti gli altri Paesi dell’UE, in cui ha accettato che la legislazione europea prevalesse sulla legislazione nazionale. Salvo casi che sono riservati proprio alla legislazione nazionale, come per esempio il fisco. Io sono sempre contrario alle sanzioni, perché quando sono in discussione gli interessi dei vari Paesi non mi sembra il caso di arrivare a delle sanzioni. Bisogna approfondire con una discussione tranquilla, che deve arrivare a dei risultati che accontentino l’una e l’altra parte“, ha concluso Berlusconi.

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