Berlusconi, Bonafede in Senato:
“Verifiche solo se emergono profili”

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Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, interviene al Question Time al Senato in merito al caso scoppiato dopo la diffusione dell’audio in cui un magistrato della Corte di Cassazione Amedeo Franco (poi deceduto) diceva che Berlusconi era stato trattato ingiustamente al processo Mediaset. “L’accertamento deve muovere da fatti circostanziati e specifici relativi esclusivamente a magistrati attualmente in servizio. Laddove dovessero emergere profili fattuali di questo tipo, gli uffici effettueranno tutti gli accertamenti necessari nel termine annuale loro assegnato”, dice il guardasigilli a Palazzo Madama rispondendo a un’interrogazione del renziano Davide Faraone. A proposito della sentenza su Berlusconi, Bonafede cita espressamente il decreto legislativo 109 del 2006, per dire che il suo Ministero può “compiere accertamenti tendenti a chiedere, eventualmente, l’esercizio dell’azione disciplinare da parte del competente organo istituzionale a ciò preposto davanti al Csm, e cioè la procura generale della Cassazione”.

Il giudice che condannò Berlusconi vuole essere ascoltato dalla Corte Ue

Per una guerra che quindi (al momento) non si apre ce n’è un’altra in pieno svolgimento. Quella di Antonio Esposito, il presidente del collegio di piazza Cavour che ha condannato Berlusconi, che due giorni fa si è rivolto alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo chiedendo di essere ascoltato nell’ambito del procedimento “Berlusconi contro Italia”, il contenitore di tutte le lagnanze e le (presunte) prove di Berlusconi contro la Cassazione, tra cui l’audio di Franco e la testimonianza giurata di tre dipendenti di un hotel di Ischia, in cui per tre anni consecutivi soggiornò Esposito prima del processo, e che riferiscono di espressioni pesanti dell’ex toga contro l’ex premier. Esposito vuole essere ascoltato per dimostrare la sua “assoluta imparzialità” e argomentare sulla “totale regolarità e correttezza” del procedimento per frode fiscale nei confronti del leader di Forza Italia. Insomma, lo scontro sulla sentenza del 1° agosto 2013 è destinata a proseguire ancora per diverso tempo.

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