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“Siamo rimasti molto delusi dalle conclusioni del Consiglio Affari interni di ieri. Abbiamo visto Paesi fuori dall’Unione Europea farsi avanti per offrire accoglienza ai richiedenti asilo afghani, ma non abbiamo visto un solo Paese membro fare altrettanto”. Lo ha dichiarato il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, nel suo discorso di apertura al Forum Strategico di Bled, in Slovenia.
“Tutti hanno giustamente pensato ai propri collaboratori e alle loro famiglie, ma nessuno ha avuto il coraggio di offrire rifugio a coloro che sono ancora oggi in pericolo di vita. Non possiamo fare finta che la questione afghana non ci riguardi, perché abbiamo partecipato a quella missione condividendone gli obiettivi e le finalità. Una voce europea forte e comune sulla scena internazionale è più che mai necessaria – ha aggiunto -. L’Europa deve prendere il suo posto, far sentire la sua voce. E questo va di pari passo con la necessità di avanzare insieme verso una vera politica di sicurezza e di difesa comune“.
“Noi siamo vicini ai nostri Paesi membri e dobbiamo trovare il modo di proteggerli, ma per fare questo abbiamo bisogno di sviluppare una politica di difesa comune che dal 1953 aspetta una risposta. Ma se non lo facciamo oggi quando lo faremo? – ha ribadito il presidente del Parlamento Ue -. Una voce europea forte e comune sulla scena internazionale è più che mai necessaria. L’Europa deve prendere il suo posto, far sentire la sua voce, definire i propri interessi strategici anche nel quadro dell’Alleanza Transatlantica, per poter svolgere un’azione di stabilizzazione, di pace e di sviluppo insieme ai nostri partner in un quadro multilaterale”.
A respingere al mittente le critiche di Sassoli ci ha pensato il premier greco, Kyriakos Mitsotakis, che ha difeso i risultati della riunione dei ministri degli Interni europei di ieri. “Quello che abbiamo detto” al Consiglio straordinario sull’Afghanistan “è stato molto chiaro: non vogliamo ripetere flussi migratori di massa incontrollati e irregolari di cui abbiamo fatto esperienza nel 2015“.
“Sostengo questa decisione”, ha proseguito Mitsotakis, sottolineando come la Grecia sia stata “la vittima” di una politica che ha portato al “fallimento significativo delle istituzioni europee”. “Non siamo stati ancora in grado di trovare un accordo su un patto comune su migranti e rifugiati, ma siamo concordi che abbiamo bisogno di proteggere le nostre frontiere – ha concluso il premier greco -. Dobbiamo farlo in modo strutturato e disciplinato, nel pieno rispetto del diritto internazionale, ma dobbiamo riconoscere come Europa e come istituzioni europee la necessità di imparare dai nostri errori“.
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