Volodymyr Zelensky, presidente dell’Ucraina, sta tentando di farsi amico Donald Trump e, in vista di un probabile ritorno del tycoon alla Casa Bianca, tende la mano all’ex presidente statunitense per porre fine alla guerra russa in Ucraina.
Donald Trump è stato infatti invitato a Kiev, ma con una condizione: che l’ex presidente degli Stati Uniti sia davvero in grado di porre fine alla guerra con la Russia in 24 ore, come aveva sostenuto nel giugno dell’anno scorso.
“Per favore, Donald Trump, ti invito in Ucraina, a Kiev. Quindi, se puoi fermare la guerra entro 24 ore, penso che sarebbe sufficiente per venire” – ha detto Zelensky – “Forse Donald Trump ha una vera idea e può condividerla con me”, ha aggiunto durante l’intervista, che è andata in onda ieri sera.
La proposta di Zelensky fa riferimento alle parole pronunciate lo scorso giugno da Trump, il quale aveva sostenuto di essere in grado di trovare con il presidente russo “un accordo in 24 ore. Direi una cosa a Zelensky e una cosa a Putin. Farei un accordo molto rapidamente e questo fermerebbe la distruzione”.
L’ex presidente statunitense non ha mai nascosto la sua ambigua simpatia per Putin né la sua antipatia per Zelensky, dopo che questi nel 2020 rifiutò di fornirgli presunte “prove” contro Joe Biden per i traffici in Ucraina del figlio Hunter.
Né Trump ha mai nascosto di essere tentato di spegnere la capacità di Kiev di combattere, bloccando gli aiuti e i rifornimenti militari.
Zelensky, dal canto suo, sa di trovarsi in un momento di difficoltà, sia sul campo di battaglia che sul fronte diplomatico. Una difficoltà saltata agli occhi del World Economic Forum di Davos, quando è intervenuto per cercare di convincerei leader pubblici e privati a non frenare il sostegno a Kiev. Su Zelensky, infatti, pesa il fallimento della controffensiva che è costato agli ucraini un vasto tributo di sangue.
Ormai il Paese è alo stremo, gli scontri non accennano a fermarsi e l’Europa, dopo il veto di Orbàn giunto nelle scorse settimane, sta valutando un nuovo sistema che permetta all’Ucraina di ricevere gli aiuti dell’Ue.
Il timore è che nelle prossime settimane potrebbe arrivare un nuovo e massiccio attacco da parte della Russia: a inizio febbraio, quando le temperature inizieranno leggermente a salire, diventerà più semplice e agevole spostare un gran numero di uomini e mezzi militari.
L’Ucraina si aspetta un nuovo tentativo di spallata lungo il fronte orientale, dove i combattimenti proseguono senza sosta ma non producono variazioni sostanziali negli equilibri ormai da settimane.
Il primo febbraio si terrà un vertice straordinario totalmente dedicato alla revisione del bilancio comunitario e allo studio di un programma di sostegno per evitare la crisi finanziaria ucraina.
Il governo di Kiev ha stanziato l’equivalente di 427 milioni di euro per la costruzione di strutture tecniche e ingegneristiche, nonché di fortificazioni, allo scopo di consolidare le capacità difensive del paese nel pieno dell’invasione russa.
“Continuiamo a rafforzare costantemente la nostra sicurezza – ha annunciato il primo ministro Denis Shmigal -. Abbiamo stanziato una somma record per la costruzione delle linee di difesa”.
Intanto l’Ucraina chiede più armi agli alleati passati quasi due anni dall’inizio dell’invasione russa: “In questa fase della guerra il problema è che non è distribuitoin modo omogeneo il numero delle armi, dei droni, delle granate o dei colpi di artiglieria”, ha detto il consigliere della presidenza ucraina Mykhailo Podolyak in un’intervista alla testata Bild, convinto della necessità di un rafforzamento al massimo delle difese dell’Ucraina con armi ad alta tecnologia.
Servirebbero dunque investimenti nella produzione militare, quali missili a lunga gittata, droni, granate o colpi di artiglieria, insistendo su un gran numero di armi.
“L’intera linea del fronte è di ben 1.300 chilometri – ha rimarcato Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky – e i combattimenti avvengono su 600-800 chilometri”.
Podolyak ha parlato di una situazione definita difficile dal punto di vista militare perché non cala l’intensità degli scontri, anche se – ha detto – in un anno non si sono registrate avanzate significative della Russia.
“La Russia combatte in massa, è stata effettuata una mobilitazione segreta, molta forza lavoro è stata mandata al fronte, molti equipaggiamenti sono stati concentrati e va distrutto tutto”, ha detto, aggiungendo di ritenere che secondo le idee del leader russo Putin la guerra dovrebbe andare avanti “fin quando non conquisterà l’intero territorio dell’Ucraina, non otterrà il dominio in Europa, conquisterà altri territori dello spazio post-sovietico”. “Nessuno – ha affermato – avvia una grande guerra dopo aver distrutto la sua reputazione e i rapporti se vuole accontentarsi di poco”.
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