Nella guerra che si sta affrontando in Ucraina, dopo l’invasione della Russia, una posizione pubblica da parte di Yulia Tymoshenko potrebbe risultare interessante. Del resto, la figura politico-istituzionale è stata molto importante all’interno del territorio ucraino nei decenni passati. Nata a Dnipropetrovs’k (la terza città più importante e popolosa dell’Ucraina) il 27 novembre del 1960, ha rivestito la carica di primo ministro del proprio Paese in due occasioni. Una prima volta dal 24 gennaio all’8 settembre del 2005; una seconda volta, forte del proprio mandato elettorale, dal 2007 al 2010.
Grande imprenditrice negli anni ’80 e ’90, il 30 dicembre del 1999 assume la carica di vice-primo ministro, con delega speciale per il settore energetico. Settore nel quale impegna tutte le sue forze anche in chiave anticorruzione. Il 19 gennaio del 2001 lascia il governo Kuchma, succeduto a Juscenko. La causa è una serie di scandali sul suo operato negli anni precedenti, durante il periodo florido della sua carriera di imprenditrice nel settore del gas, quando era soprannominata “La regina del gas”.
Il 24 gennaio del 2005, dopo aver guidato la cosiddetta Rivoluzione Arancione, Yulia Tymoshenko viene nominata per la prima volta Primo Ministro dal neo eletto presidente Viktor Juščenko. Già quattro giorni dopo, i suoi oppositori politici la includono all’interno di nuovi scandali che colpiscono l’economia e la società ucraina, coinvolgendo diverse personalità di spicco della politica nazionale. Ad ogni modo, dopo alcuni mesi di governo e la mancata attuazione del programma, l’8 settembre del 2005 il governo si scoglie. Il 18 dicembre del 2007 Tymoshenko diventa comunque per la seconda volta Primo Ministro dell’Ucraina.
Durante il suo breve mandato si dà da fare con manovre contro la crisi, nel campo energetico e in quello dell’acciaio. Una riforma importante è quella per l’uso della terra: una sorta di riforma agraria in chiave moderna. Una riforma che si rivela efficace per alcuni lavoratori agricoli in difficoltà. Il 24 ottobre del 2009, in Piazza Indipendenza, a Kiev, arriva anche il nuovo Congresso di “Patria”, il suo partito, che vede la partecipazione di circa 200.000 cittadini, i quali, insieme con i delegati, nominano la Tymoshenko come rappresentante anche per le politiche dell’anno dopo.
Nonostante gli specialisti stranieri ingaggiati per la propria campagna elettorale, l’esponente politica perde al ballottaggio del 7 febbraio del 2010, contro l’eterno rivale Viktor Janukovič. Quest’ultimo ottiene la vittoria con un rotondo 48,95%, rispetto al 45,47% di Tymoshenko.
Passano alcuni mesi e arriva anche l’ordinanza di arresto da parte del tribunale di Kiev, esattamente il 5 agosto del 2011. L’imputazione è sempre quella del suo primo arresto, per la stipula di un contratto per la fornitura di gas russo all’Ucraina. L’arresto avviene in aula, durante alcuni tafferugli.
L’11 ottobre del 2011 arriva anche la condanna a sette anni di carcere per aver esercitato pressioni su un accordo per la fornitura di gas con Vladimir Putin. Il mese dopo, il 22 novembre, viene ricoverata in ospedale e il 23 dicembre, arriva puntuale la conferma della sentenza da parte della Corte d’Appello. Nel maggio del 2012, dopo molti giorni di sciopero della fame, l’ex premier viene ricoverata nuovamente in ospedale.
In seguito ai gravi scontri di piazza durante la fase di crisi profonda che ha colpito l’Ucraina tra il 2013 e il 2014, il 21 febbraio 2014 il parlamento approva la legge per la depenalizzazione del reato per il quale Yulia Tymoshenko è stata condannata (i voti a favore sono stati 321 su 322).
Il giorno seguente, a seguito di una violenta rivolta popolare e della ribellione di Kiev, che depone Janukovyč, l’ex premier viene subito liberata. Tymoshenko esce così di prigione, ma presto viene ricoverata in Germania per curare la sua malattia ai dischi intervertebrali, che la forza su una sedia a rotelle.
Si arriva poi al mese di giugno 2018, quando Tymoshenko annuncia di voler correre per le elezioni presidenziali del 2019. Al primo turno (31 marzo 2019) arriva solo terza con il 13,4% delle preferenze, dietro Volodymyr Zelenskyj (30,2%) e Petro Poroshenko (15,9%). Nelle elezioni parlamentari dello stesso anno guidato la lista “Patria” che arriva terza, con l’8,18% dei voti.
Dopo parecchio tempo lontano dai media, proprio nella giornata di martedì 1° marzo Yulia Tymoshenko è tornata a farsi sentire in un’intervista a France 24. L’ex primo ministro ringrazia “il mondo intero per il suo sostegno e le sanzioni contro Putin”. Ma, avverte, “se l’esercito di Putin intende bombardare le nostre centrali nucleari, sarà senza dubbio una tragedia per l’intero continente”. La flotta nucleare ucraina è composta da quattro centrali elettriche, dotate di 15 reattori.
Tymoshenko ucraino esorta la comunità internazionale e la NATO a “chiudere lo spazio aereo ucraino” per proteggerlo da qualsiasi intrusione russa e chiede forze di pace delle Nazioni Unite in Ucraina. L’intervento russo, dice Tymoshenko, non rappresenta solo una “minaccia” per l’Ucraina, ma per “l’Europa e il mondo”.
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