Il leader cinese Xi Jinping sembra destinato a cercare un terzo mandato al potere, ma è apparentemente preoccupato più per il passato che per il futuro. L’impressione emerge dalle voci che arrivano dall’incontro avviato a Pechino in questi giorni, in cui centinaia di membri dell’élite politica cinese si sono ritrovati a Pechino. Un appuntamento che dovrebbe consolidare ulteriormente il potere del presidente Xi.
L’incontro a porte chiuse di quattro giorni del comitato centrale del Partito comunista cinese al potere, noto come il sesto plenum, dovrebbe produrre una risoluzione sulla storia del partito. La risoluzione determinerà come viene insegnata e descritta la storia cinese e detterà il contesto in cui l’autorità di Xi e le sue politiche saranno viste come successi.
Il documento arriva nel centenario della fondazione del PCC e in un momento critico per la futura leadership di Xi. Gli analisti dicono che Xi spera di cementare il suo posto nella storia come leader cinese epocale insieme a Mao e Deng.
Il sesto plenum è l’ultimo grande incontro del ciclo politico quinquennale della Cina. Un incontro che pone le basi per il Congresso del partito del prossimo anno, dove si prevede che Xi cercherà un terzo mandato straordinario come leader del PCC. Questo dopo aver precedentemente abolito i limiti di mandato.
Xi ha aperto il plenum lunedì con “spiegazioni su una bozza di risoluzione sui principali risultati e sull’esperienza storica” del partito nei suoi 100 anni di storia, secondo l’agenzia di stampa statale Xinhua.
L’ossessione per la storia è particolarmente radicata nella tradizione cinese. Per secoli, le corti imperiali cinesi hanno incaricato gli storiografi di documentare l’ascesa di un imperatore, il che spesso ha comportato la gestione e la riscrittura della storia del suo predecessore.
Per il Partito Comunista Cinese, la storia – o meglio, alcune sue versioni curate – può essere estremamente utile.
Le presunte “rivendicazioni storiche” della Cina su territori e acque contese, ad esempio, sono state utilizzate da Pechino per sostenere la sua tesi a favore della sovranità contemporanea. Al contempo la narrativa collegata al cosiddetto “secolo di umiliazione” da parte delle potenze straniere è diventata una fonte centrale di legittimità per il partito.
Agli occhi dei leader del partito, perdere il controllo su queste narrazioni può portare a conseguenze disastrose.
Di conseguenza, il Partito Comunista Cinese custodisce con attenzione la propria storia. Cancellando dalla memoria pubblica i capitoli più oscuri del suo tumultuoso passato e gli episodi particolarmente delicati.
L’imminente “risoluzione della storia” non riguarda solo il rimodellamento del passato del partito. Ancora più importante, è un modo per Xi di codificare la sua autorità e supremazia nel presente e proiettare il suo potere e la sua influenza duraturi nel futuro.
Dalla sua fondazione, il partito ha emesso solo due di queste risoluzioni, proposte dai due più potenti predecessori di Xi: Mao Zedong e Deng Xiaoping.
La risoluzione di Mao nel 1945 lo ha stabilito come l’autorità incontrastata all’interno del partito. Dopo una campagna di “rettifica” di tre anni che ha brutalmente epurato i suoi oppositori politici e ideologici. La risoluzione di Deng nel 1981, nel frattempo, riconosceva gli errori di Mao nel lanciare la Rivoluzione Culturale, una campagna politica che fece precipitare il Paese in un decennio di caos. Sebbene concludesse che i contributi di Mao alla rivoluzione cinese “superassero di gran lunga” i suoi errori. Ma ammettendo e superando gli errori del passato, Deng è stato in grado di inaugurare una nuova era di riforme e di apertura.
Emettendo la propria risoluzione, Xi cerca di consolidare ulteriormente il suo status di leader imponente allo stesso livello di Mao e Deng. È già riuscito a stabilire la propria teoria politica omonima e a farla iscrivere nella costituzione del partito. Un privilegio precedentemente riservato solo a Mao e Deng.
Per ora, sono noti pochi dettagli sulla risoluzione, a parte l’aspettativa che molto probabilmente sarà approvata dalle élite del partito questa settimana. Il titolo del documento indica un tono più celebrativo e lungimirante rispetto alle due precedenti risoluzioni, che puntavano a chiarire i problemi o gli errori dell’immediato passato.
Ma a prescindere dai dettagli, l’opinione diffusa è che la risoluzione consoliderà ulteriormente l’autorità di Xi. Collocandolo saldamente al timone del partito per il prossimo futuro.
“La funzione essenziale di tutta questa verbosità, sarà incentrata sulla persona e sul potere di Xi Jinping. Definendo la sua leadership come la via da seguire, sulla base di una comprensione della storia che definisce il suo programma centrale“, ha scritto David Bandurski, direttore del China Media Project.
Come dice la famosa citazione di George Orwell di “1984”: “Chi controlla il passato controlla il futuro: chi controlla il presente controlla il passato“.
E Xi, sembra sul punto di controllarli tutti e tre, almeno per ora.
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