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Voto anticipato, perché Donald Trump ha cambiato idea rispetto al 2020?

Il tycoon criticò apertamente il voto per posta e altre modalità di voto anticipato, sostenendo che fossero terreno fertile per frodi elettorali

Durante la campagna elettorale per le elezioni presidenziali del 2020, Donald Trump, presidente uscente e candidato del Partito Repubblicano, espresse grandi riserve riguardo il voto anticipato, una pratica ormai consolidata negli Stati Uniti, soprattutto durante la pandemia di Covid-19. Trump criticò apertamente il voto per posta e altre modalità di voto anticipato, sostenendo che fossero terreno fertile per frodi elettorali.

Nel 2024, tuttavia, Trump ha cambiato parzialmente rotta. Con il voto anticipato già in corso nei principali stati in bilico, come Nevada, Arizona e North Carolina, Trump ha iniziato a incoraggiare i suoi elettori a sfruttare questa modalità, seppur con qualche contraddizione. “Sto dicendo a tutti di votare in anticipo”, ha affermato in un recente podcast seguito dall’estrema destra americana, mentre in un comizio in Pennsylvania, uno degli stati chiave per la vittoria presidenziale, ha definito “stupido” lo stesso voto anticipato che stava promuovendo. Questo atteggiamento ambiguo è emblematico di una strategia elettorale che cerca di bilanciare l’appello alla base elettorale più conservatrice con la necessità di adattarsi alle nuove dinamiche del voto.

Il peso del voto anticipato

Negli Stati Uniti, quasi tutti gli stati offrono ormai la possibilità di votare in anticipo rispetto al giorno ufficiale delle elezioni, che quest’anno sarà il 5 novembre. Questa modalità consente agli elettori di evitare lunghe code e problemi logistici il giorno delle elezioni, facilitando la partecipazione democratica. Il voto anticipato ha visto una crescita costante dal 2000 in poi, con un picco nel 2020, quando circa il 69% degli elettori votò prima del giorno delle elezioni, spinti soprattutto dalle restrizioni sanitarie della pandemia.

Il voto anticipato è particolarmente significativo negli stati in bilico, dove Repubblicani e Democratici competono testa a testa. In questi stati, il risultato può determinare l’esito delle elezioni presidenziali. Attualmente, i principali stati su cui si concentra l’attenzione di entrambi i partiti sono Nevada, Arizona e North Carolina, tutti caratterizzati da una competizione molto serrata.

In Nevada e Arizona, i primi dati mostrano un aumento del voto anticipato tra gli elettori registrati come Repubblicani rispetto ai Democratici. In Nevada, il 39,5% dei voti anticipati è stato espresso da elettori Repubblicani, contro il 36,3% dei Democratici. È un’inversione di tendenza rispetto al 2020, quando i Democratici erano in vantaggio in questa fase della campagna elettorale. Anche in Arizona, i Repubblicani sembrano aver colmato il divario, con il 41,9% dei voti anticipati espresso dai loro elettori, rispetto al 36,4% dei Democratici.

Tuttavia, questi dati vanno presi con cautela. Come sottolineato da The Washington Post, gli elettori registrati con un partito potrebbero votare per il partito opposto o per candidati indipendenti, rendendo complessa l’interpretazione dei numeri preliminari. Inoltre, secondo il politologo Michael McDonald, i Democratici continuano a raccogliere un numero superiore di voti anticipati a livello nazionale, mentre i Repubblicani stanno semplicemente riducendo lo svantaggio accumulato negli ultimi cicli elettorali.

Il caso del North Carolina

Uno degli stati in bilico più significativi è il North Carolina, un luogo cruciale per il successo sia dei Democratici sia dei Repubblicani. Nel 2020, Trump vinse per un margine esiguo, e anche quest’anno i sondaggi indicano un testa a testa tra il candidato Repubblicano e la candidata Democratica, Kamala Harris. Con i due partiti praticamente alla pari, il risultato finale potrebbe essere deciso da poche migliaia di voti.

Foto Wikimedia Commons | Lisa Ferdinando

 

Il North Carolina è stato recentemente colpito dalla tempesta Helene, che ha causato morti e sfollati in diverse contee dello stato. Le zone più colpite, tra cui 25 contee, sono tradizionalmente feudi repubblicani. Per questo motivo, i leader del Partito Repubblicano stanno facendo pressioni sul governatore democratico Roy Cooper affinché renda il voto anticipato il più accessibile possibile, ad esempio consentendo agli sfollati di votare in seggi diversi da quelli di registrazione. In alcuni casi, i Repubblicani stanno chiedendo misure che, nel 2020, avevano osteggiato con forza, come l’espansione delle modalità di voto per posta e il voto anticipato facilitato.

Questo cambiamento di strategia rispecchia un aggiustamento tattico all’interno del partito, che, nonostante le precedenti riserve, sta riconoscendo l’importanza del voto anticipato per garantire una solida base elettorale. La sfida per i Repubblicani è ora quella di convincere i loro elettori più scettici, molti dei quali hanno interiorizzato le teorie del complotto avanzate da Trump nel 2020, a sfruttare le stesse opportunità di voto che avevano rifiutato in passato.

Il dibattito sulle restrizioni elettorali

Le elezioni del 2020 hanno innescato un acceso dibattito sul sistema elettorale americano, in particolare sulle modalità di voto anticipato e per posta. Trump ha continuato a sostenere, senza alcuna prova concreta, che le elezioni del 2020 siano state falsate da brogli elettorali legati proprio al voto anticipato. Questo ha portato molti stati governati dai Repubblicani a introdurre nuove restrizioni elettorali, nel tentativo, secondo i legislatori, di proteggere l’integrità del voto.

Diversi stati hanno imposto l’obbligo di presentare un documento di riconoscimento con fotografia per votare, come nel caso del North Carolina, del Kansas e del Tennessee. Altri, come il North Dakota e l’Arizona, richiedono un documento anche senza fotografia, mentre dieci stati lasciano la discrezione della richiesta ai funzionari dei seggi. Negli stati governati dai Democratici, invece, sono state adottate misure per rendere il voto più accessibile, tra cui la possibilità di votare per posta o depositare il voto in anticipo in un seggio.

Le misure restrittive hanno suscitato forti controversie e, in molti casi, sono state impugnate in tribunale. Gran parte di queste restrizioni sono state successivamente annullate o modificate, ma rimane aperta la questione su quanto queste leggi possano influenzare il risultato finale delle elezioni.

Con le elezioni del 2024 alle porte, il voto anticipato rappresenta uno dei principali campi di battaglia tra Democratici e Repubblicani. Il cambiamento di posizione di Trump su questo tema è indicativo delle nuove dinamiche elettorali: mentre nel 2020 il voto anticipato fu demonizzato dai Repubblicani, oggi è riconosciuto come un’opportunità per mobilitare l’elettorato.

Resta da vedere se questa nuova strategia sarà efficace. I dati preliminari indicano che i Repubblicani stanno recuperando terreno, ma non è ancora chiaro se riusciranno a colmare il divario con i Democratici. Come sottolineato dal politologo McDonald, “non sappiamo ancora se sarà un fattore decisivo o soltanto un elemento di maggiore solidità per i Repubblicani”.

Redazione

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