La Piattaforma Unitaria Democratica (Pud) ha dichiarato che il Consiglio elettorale nazionale ha ritardato la trasmissione dei risultati in molti centri e che durante tutto il processo elettorale l’opposizione non ha potuto assistere a una competizione equa
Nicolás Maduro è stato riconfermato presidente del Venezuela con il 51,2% dei voti, ma l’opposizione ha denunciato irregolarità durante le elezioni, affermando: “Abbiamo vinto noi“. Il Consiglio elettorale nazionale ha annunciato che, con l’80% delle schede scrutinate, il presidente uscente “ha ottenuto 5.150.092 voti, ovvero il 51,2%, mentre il suo diretto avversario, Edmundo Gonzalez Urrutia 4.445.978, ovvero il 44,02%“. Si è registrata un’affluenza alle urne del 59%, ma ci sono stati anche “ritardi” dovuti a “un’aggressione al sistema“.
È caos in Venezuela dopo che è stato comunicato l’esito delle elezioni che ha confermato la vittoria di Maduro, al potere dalla morte di Chávez nel 2013. Il governo è stato accusato di aver truccato le votazioni. Durante il conteggio dei voti da parte delle autorità sarebbe stato vietato ai testimoni dell’opposizione di accedere alla sede del Consiglio elettorale nazionale (Cne). L’ex deputata Delsa Solórzano ha detto a nome della coalizione: “È stato impedito ai nostri testimoni di ottenere i verbali e sono stati allontanati dai loro seggi elettorali”. Inoltre sarebbe stato bloccato l’invio dei dati dai seggi elettorali locali alla sede centrale del Cne per impedire l’elaborazione di ulteriori voti.
A Caracas, dopo l’annuncio dei risultati, si sono verificate ribellioni da parte dei sostenitori dell’opposizione. Qualcuno con dispiacere ha detto di voler lasciare il paese sottolineando la violenta repressione e il crollo economico a causa del governo Maduro. Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha chiesto all’autorità di pubblicare i tabulati dei voti, il “conteggio dei voti deve essere equo e trasparente“, ha ribadito. María Corina Machado ha dichiarato: “Gonzalez ha raccolto il 70% delle preferenze. Abbiamo vinto e il mondo intero lo sa“.
La Piattaforma Unitaria Democratica (Pud) ha dichiarato che il Consiglio elettorale nazionale ha ritardato la trasmissione dei risultati in molti centri e che durante tutto il processo elettorale l’opposizione non ha potuto assistere a una competizione equa. Anche Tajani ha commentato: “Chiediamo accesso ad atti“. Il vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri ha scritto su X: “Ho molte perplessità sul regolare svolgimento delle elezioni in Venezuela. Chiediamo risultati verificabili ed accesso agli atti: il risultato che annuncia la vittoria di Maduro rispecchia veramente la volontà del popolo?“.
Il ministro degli Esteri Yvan Gil ha condiviso su X un comunicato della presidenza, in cui si accusano esponenti politici e viene specificato come sia “essenziale avere garanzie che i risultati elettorali rispettino pienamente la volontà popolare espressa dal popolo venezuelano alle urne”. Il documento sottolinea che nel Paese il diritto di voto viene esercitato “con assoluta libertà e legalità attraverso un sistema trasparente, sicuro e inviolabile“. Maduro ricoprirà la carica per un terzo mandato consecutivo di sei anni.
“Il Venezuela denuncia e avverte il mondo di un intervento contro il processo elettorale, il nostro diritto alla libera autodeterminazione e la sovranità della nostra patria, da parte di un gruppo di governi e potenze straniere“, aveva scritto Yvan Gil. “Questo gruppo, una versione del famigerato, defunto e sconfitto Gruppo di Lima, che comprende funzionari governativi di Argentina, Costa Rica, Ecuador, Guatemala, Panama, Perù, Uruguay e Repubblica Dominicana, insieme a un gruppo di sicari politici di ultradestra specializzati nella destabilizzazione dei governi della regione, è un gruppo che sta cercando di destabilizzare il processo elettorale“. Tra questi ci sono “Iván Duque, Mauricio Macri, Andres Pastrana, Oscar Arias, Marco Rubio e Rick Scott che cercano di minare ciò che oggi è stato espresso in pace e spirito civico nel nostro Paese, che non è altro che l’esercizio del diritto di elezione del popolo“, ha continuato.
Le prime parole di Nicolás Maduro davanti al Palazzo Miraflores dopo la vittoria contestata sono state: “Non ci sono riusciti con le sanzioni, con l’aggressione, con la minaccia. Non ce l’hanno fatta ora e non ce la faranno mai con la dignità del popolo del Venezuela. Il fascismo in Venezuela, la terra di Bolivar e Chavez, non passerà“. “Chavez vive. Chavez questo trionfo è tuo“, ha aggiunto.
“Abbiamo subito un attacco massivo hacker al centro del Consiglio elettorale. Sappiamo chi lo ha fatto. Lo hanno fatto perché volevano impedire che il popolo del Venezuela avesse il suo risultato ufficiale. Per poter gridare quello che avevano preparato, ‘gridare alla frode’. Gente brutta, brutti, la gente bella è qui con me“, ha concluso.
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